arcVision 5 – Trasparenza

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Manager  meno “amministratori” e sempre più  “condottieri”. Cambia il business, cambiano mercati e consumatori e cambiano i modelli di governo dell’impresa.

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In questo numero

Nelle indimenticabili e profetiche “Lezioni Americane”, Italo Calvino consegnava ai posteri una lucida e nitida introduzione al terzo millennio, filtrata da cinque categorie: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità.
Una definizione ante litteram del mondo di Internet, una metafora a cinque facce che può essere anche applicata alle aziende. Nuove imprese che, abbandonate abitudini e processi consolidati, hanno bisogno di nuovi strumenti, nuovi modi di pensare la propria attività. Si sviluppano concetti originali, come l’intelligenza emotiva di Daniel Goleman, un’attitudine indispensabile per i leader di domani, in alternativa e a complemento delle tradizionali abilità tecniche o razionali. Emergono inediti modelli strutturali, come l’organizzazione “a rete”, dove l’azienda è il nodo di un “sistema di creazione del valore” più ampio, che richiede, secondo Carlo Alberto Carnevale, nuovi modelli di governo strategico. Le imprese, sostiene Roger Abravanel, saranno progressivamente orientate sempre più alla globalizzazione e all’innovazione.
Un concetto quest’ultimo, sempre più vasto, che si applica non solo alla tecnologia, ma anche ai processi interni e alle persone. Cambia infatti il ruolo del manager, sempre meno “amministratore” e sempre più un “condottiero”, che “convince i propri collaboratori a fare cose che essi considerano impossibili, e li aiuta a farle”. Una guida con grande visione strategica, chiarezza nella definizione degli obiettivi ed estrema reattività. Il profilo, delineato da Eric Salmon, si completa con l’approfondimento di Roberto Vaccani, con l’analisi, nell’area del lavoro, del rapporto tra impegno e piacere, alla ricerca di un equilibrio adeguato alle nuove realtà lavorative.
Nella sezione Projects, il concetto di visibilità diventa assoluto nella trasparenza, ricerca architettonica di una maggiore comunicazione tra interno e esterno, primitivo bisogno che Gillo Dorfles segue fin dagli albori, tra esaltazioni e oblio, fino ad arrivare all’attuale esplosione. Gli schermi in lamiera stirata della stazione di servizio di Houten, il “curtain wall” del Charlemagne Building, le pareti vetrate rotanti di Autostadt, la città dell’automobile di Wolfsburg, sono l’espressione di un linguaggio che ha fatto dell’understatement il suo credo: ancora la leggerezza, all’insegna di un’architettura che tratta le superfici come informazioni. Pareti-medium, interfacce tra spazio abitativo e persone,con la trasparenza come “pelle” intelligente, che muta la fisicità del cemento in un “sogno della materia”, come nel Museo delle Scienze di Ehime. Per arrivare alla metafora urbana del Cinema IMAX a Londra, dove l’epidermide in vetro strutturale amplifica e riverbera all’esterno l’identità di un grande centro di comunicazione.
Nelle News, notizie da tutto il mondo di Italcementi Group, con i 130.000 metri cubi di calcestruzzo forniti da Asia Cement per la costruzione dell’Emporium Tower, la cronaca delle celebrazioni per il 150° anniversario di Cementos Rezola, il Premio Nazionale della Qualità, attribuito a Ciments du Maroc, l’esperienza “ecologica” di Ciments Calcia e la mostra milanese di Steven Holl nell’ambito degli “Incontri Millennium”.

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