arcVision Prize Edizione 2014

L’architetto portoghese di Lisbona Ines Lobo vince l’arcVision Prize – Women and Architecture 2014. Menzioni d’onore per Anna Heringer, Shimul Jhaveri Kadri e Cecilia Puga.

arcVision Prize premia l’architettura al femminile e in occasione dei suoi 150 anni ricorda Lina Bo Bardi nel centenario della nascita.

arcvision prize 2014 premiazioneBergamo, 7 marzo 2014- È Ines Lobo la vincitrice della seconda edizione dell’arcVision Prize – Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile. La giuria l’ha scelta all’unanimità quale architetto versatile, riconosciuta per la sua capacità di lavorare su diverse scale, integrando nuovi edifici nell’esistente tessuto urbano e risolvendo in modo creativo problemi architettonici complessi.

L’architetto portoghese è stato scelto con entusiasmo dalla Giuria composta quest’anno da Shaikha Al Maskari (imprenditrice di Abu Dhabi e membro del Consiglio Direttivo dell’Arab International Women’s Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Odile Decq (titolare dello Studio Odile Decq di Parigi), Louisa Hutton (inglese, socia fondatrice dello studio d’architettura Sauerbruch Hutton), Suhasini Maniratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (ghanese, presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Kazuyo Sejima (titolare con Ryue Nishizawa dello studio d’architettura SANAA di Tokyo), Benedetta Tagliabue (socia fondatrice con Enric Miralles dello studio d’architettura EMBT di Barcellona), Martha Thorne (statunitense, direttore Pritzker Prize), Elena Zambon (presidente dell’azienda farmaceutica italiana Zambon Spa).

L’arcVision Prize punta a sostenere l’innovazione e la sostenibilità dei progetti e delle realizzazioni presentate, con una particolare attenzione per gli standard di innovazione tecnologica, qualità ambientale, economia delle risorse, responsabilità sociale, ricerca funzionale ed estetica.

Nuove concezioni progettuali, approcci diversi ai materiali e ai processi costruttivi, conservazione dell’ambiente naturale, attenzione ai valori sociali e culturali dell’area di intervento. Raccontati attraverso le esperienze professionali di progettiste di tutto il mondo, che di tutto il mondo hanno portato tecniche, sensibilità estetica e colori diversi. Con questo premio – ha sottolineato Carlo Pesenti – vogliamo mettere in evidenza la visione al femminile di un’architettura che cambia e si plasma su nuovi modelli sociali e umani”.

L’assegnazione del Premio si è tenuta oggi a Bergamo, nella short list 21 progettiste provenienti da 15 Paesi: Austria, Cile, Egitto, Francia, Germania, Giappone, India, Irlanda, Italia, Marocco, Portogallo, Spagna, Svizzera, Thailandia, USA.

Ines Lobo, laureata all’Università Tecnica di Lisbona (FAULT,1989) ha fondato il suo studio nel 2002. All’attività progettuale unisce l’insegnamento all’Università Autonoma di Lisbona. Nella sua architettura ha un ruolo importante la riconversione degli edifici, dove trova l’opportunità di distaccarsi dai modelli del modernismo classico. Tra questi progetti, principalmente rivolti al settore pubblico in Portogallo, spicca la Facoltà di Arte e di Architettura di Evora.

Ispirandosi alla pre-esistente architettura industriale e ai suoi elementi, Lobo ha definito le strategie da utilizzare per la nuova costruzione. Il suo lavoro, anche se basato su edifici del passato, parla un linguaggio dichiaratamente contemporaneo e proiettato nel futuro. Per l’edificio che ospita gli uffici della Ferreira Construction Lobo è riuscita a realizzare un perfetto connubio tra l’esistente, il verde circostante e il nuovo fabbricato.

L’impiego di un materiale traslucido che filtra e insieme lascia entrare la luce nel nuovo edificio ha dato vita a una facciata singolare, il cui aspetto muta a seconda delle ore del giorno e della notte. Lobo è una professionista di grande precisione, molto competente nell’uso dei materiali e nelle loro combinazioni, in edifici che uniscono un approccio radicale a un’apparenza di sobrietà, sostenuta da un estremo rigore geometrico.

La giuria sottolinea infine il ricco contrappunto che Lobo riesce a creare tra antico e nuovo, con opere di grande integrità e autenticità, estremamente attente al ruolo dell’architettura come creazione di spazi per l’interazione sociale.

La vincitrice, all’annuncio del premio, ha dichiarato: “Che sorpresa! Sono veramente emozionata e sorpresa. Sto cercando di elaborare, ma è difficile. È un premio importante, sia per il suo carattere internazionale, sia perché riconosce la difficoltà che ancora devono affrontare le donne. Sono anche particolarmente contenta di ricevere questo riconoscimento in occasione del centenario della nascita dell’architetto Bo Bardi, perché cento anni fa era ancora più difficile essere un architetto donna.

Si tratta davvero di una figura eccezionale. Ma lasciatemi dedicare questo riconoscimento soprattutto a tutte le persone che mi hanno fatto credere che l’architettura è uno strumento straordinario per costruire un mondo migliore per tutti, senza differenze fra uomini e donne”.

La Giuria, coordinata nel corso delle sessioni di lavoro da Stefano Casciani, direttore scientifico del Premio, ha inoltre assegnato menzioni d’onore all’austro-tedesca Anna Heringer, titolare di uno studio d’architettura a Laufen in Germania, all’indiana Shimul Jhaveril Kadri e alla progettista cilena Cecilia Puga.

Il Premio consiste in un workshop di ricerca della durata di due settimane e nel riconoscimento di un premio di natura economica (50.000 €), con l’auspicio di destinarne una parte a iniziative progettuali con finalità sociale.

Al termine del periodo di workshop la vincitrice racconterà la sua esperienza nel corso di una lecture durante la Milano Design Week, nell’ambito della serie di Incontri “Millennium”.

Nel corso della serata, arcVision Prize ha voluto rendere omaggio all’architetto Lina Bo Bardi, al centenario della nascita, donna affascinante e figura di assoluto rilievo dell’architettura del Novecento.

APPROFONDIMENTI

arcVision Prize – Cartella stampa

http://www.institutobardi.com.br

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