COMUNITÀ ITALIA. Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al duemila

Milano, 27 novembre 2015

La consolidata collaborazione di Italcementi con Triennale di Milano si inserisce in un ampio progetto culturale dedicato al mondo dell’architettura concepito come strumento di trasformazione sostenibile del territorio.


4x3_comunitaitaliaTra le molte iniziative, la mostra COMUNITÀ ITALIA. Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al duemila in programma dal 28 novembre 2015 al 6 marzo 2016, per raccontare la vicenda dell’architettura italiana del secondo Novecento.

Martedi – Domenica
10.30 – 20.30
Lunedì chiuso
Ingresso
8,00/6,50/5,50 Euro
Biglietto unico 10,00 Euro

A cura di Alberto Ferlenga e Marco Biraghi

La mostra racconta la vicenda dell’architettura italiana del secondo Novecento nel suo complesso, una vicenda la cui prossimità temporale, insieme ad altri fattori, aveva sinora impedito una trattazione più ampia e generale.

Il corpo principale dell’esposizione è composto da circa 120 opere, comprendenti modelli e disegni originali, e album che ne illustrano nel dettaglio gli aspetti progettuali. Da Ludovico Quaroni a Ignazio Gardella, da Aldo Rossi a Renzo Piano, sono presenti i lavori dei massimi protagonisti della storia dell’architettura italiana dal dopoguerra al Duemila; ma accanto a loro non mancano neppure i progetti e le opere di figure meno celebrate ma altrettanto importanti come Guglielmo Mozzoni, Paolo Soleri e Arturo Mezzedimi.

La mostra tratta dei profondi legami che l’architettura italiana ha intrattenuto con questioni, aspetti territoriali e discipline ulteriori, testimonianza di una vicenda ricca, articolata e unica che in alcuni momenti ha fortemente influenzato la cultura architettonica di altre parti del mondo.

La prima sezione si articola in stanze dedicate a temi specifici. L’allestimento di ciascuna di tali stanze è stata affidata a una curatrice diversa: l’evoluzione del cantiere a Carmen Andriani, il design a Silvana Annicchiarico, gli archivi a Chiara Baglione, le scuole di architettura a Fernanda De Maio, le istituzioni culturali a Paola Nicolin, l’editoria di settore a Raffaella Poletti. Ogni stanza declina in varie forme il tema trattato, mettendolo in stretta connessione con la situazione italiana.

Da qui prende il via la sezione espositiva vera e propria, introdotta da una galleria dedicata al disegno in cui sono presenti alcune tra le opere grafiche e pittoriche più rappresentative del tempo, come le “città analoghe” di Aldo Rossi e di Arduino Cantafora.

Se il disegno come espressione autonoma accompagna l’intera esposizione, la parte centrale è caratterizzata da una sorta di paesaggio urbano composto da modelli di edifici e di quartieri, a testimonianza – tra l’altro – di un’ennesima particolarità della scena architettonica italiana del secondo dopoguerra: lo sviluppo di una grande arte della modellistica, che ha avuto interpreti eccellenti come Giovanni Sacchi. A fare da sfondo ai modelli vi sono i rilievi delle principali città italiane, disegnati in una stagione di particolare attenzione per le caratteristiche tipo-morfologiche delle città. In questa sezione i progetti selezionati sono illustrati anche con l’ausilio di album liberamente consultabili dai visitatori.

Un altro rapporto importante sviluppato dall’architettura italiana è quello con la fotografia di paesaggio. Per questo una sezione della mostra è dedicata alle immagini di alcuni dei migliori fotografi italiani (da Gabriele Basilico a Luigi Ghirri), la cui opera – in particolar modo tra anni ’60 e ’90 – ha spesso incrociato e influenzato quella degli architetti.

Infine, nella sua parte conclusiva, la mostra accenna alle trasformazioni in atto sul corpo fisico dell’Italia nel tempo presente. Lo fa attraverso la presentazione dei risultati – rielaborati da Gianni Canova e dallo IULM in forma di parete-video – della “Call Italy in a Frame” che intende fare il punto sullo stato attuale del paesaggio italiano. A questa installazione si affianca una selezione di video dal titolo “Segnali di futuri” che illustrano come nell’Italia contemporanea le occasioni di progetto stiano progressivamente cambiando, e come stiano emergendo nuovi campi di applicazione e nuove necessità di formazione per i futuri architetti.

Italcementi Comunicato Stampa Comunità Italia

www.triennale.org

Foto

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