Marion Weiss – Nominees arcVision Prize 2016

Marion Weiss (Usa)

“It’s not about the world of architecture, but the architecture of the world”. Parafrasando il motto del designer/teorico Bruce Mau in Massive Change, lo slogan potrebbe ben rappresentare la complessità della ricerca progettuale sviluppata negli ultimi 20 anni da Marion Weiss, architetto americano co-fondatrice dello studio Weiss/Manfredi.

Marion Weiss (Usa)

Partendo dalla parola chiave “infrastruttura”, Weiss esplora il rapporto tra l’architettura e la natura, tracciando nuovi limiti e indagando inedite forme di approccio all’idea di spazio pubblico. Una ricerca ben condensata dal suo libro più recente, Public Natures: Evolutionary Infrastructures, ma anche messo in atto direttamente attraverso la pratica architettonica. Tra i lavori più significativi in tal senso si segnala il Brooklyn Botanic Garden Visitor Center (2012), fusione organica e ipogea tra natura, architettura e infrastruttura. www.weissmanfredi.com

VISION DELLA CANDIDATA

“In un’epoca come quella odierna dove i confini tra la sfera umana e naturale sfumano sempre più l’uno nell’altro, io credo che il campo dell’architettura debba includere l’ambiente costruito nella sua totalità. Negli ultimi venti anni, la mia attività di progettista e docente ha esplorato l’idea di un’architettura che deve confrontarsi con il mondo del paesaggio e dell’ecologia, e dar forma a nuove infrastrutture sociali e pubbliche. Che infrastruttura sia divenuta una sorta di parola d’ordine per i tanti studi che tendono a scolorire le distinzioni tra architettura e paesaggio, dipende dal fatto che essa racchiude in sé alcune tra le più interessanti sfide di scala e complessità che costituiscono oggi le premesse di fondo di ogni importante e significativo progetto pubblico.

La distinzione tradizionale tra architettura e paesaggio non è più in grado di mettere a fuoco le questioni sociali e ambientali più urgenti del nostro tempo. Sono attratta dai progetti che operano al di fuori dell’ideale del singolo oggetto architettonico e che vanno alla ricerca delle possibilità di trascendere i limiti imposti dal luogo e dal programma, per dare forma a nuovi territori per la vita pubblica, nei quali, in un contesto ibrido, possano operare le proposte più efficaci. I nostri progetti sono esperimenti in corso, alla ricerca di una definizione più elastica del progetto architettonico: che sia capace di connettere tra loro le frange più estreme di architettura, ecologia e infrastruttura, per creare una nuova forma di natura pubblica.”

DATI DI PROGETTO

WOMEN’S MEMORIAL AND EDUCATION CENTER

Località: Arlington, Virginia, USA
Tipo di progetto: restauro
Uso dell’edificio: commemorativo
Periodo di costruzione: 1995-1997
Premi selezionati: Vincitore, concorso nazionale in due fasi, National AIA Honor Award, New York • AIA Award of Excellence • New York City AIA Honor Award• Federal Design Architectural Award • Environmental Design Distinction • ID Magazine • Invited Participant Cooper-Hewitt • National Design Museum “Design Culture Now: National Design Triennial”

Il Women’s Memorial, vincitore di un concorso nazionale, trasforma lo spazio racchiuso all’interno delle pareti che definiscono lo storico emiciclo, realizzato dallo studio McKim, Mead and White , in un nuovo spazio rituale di accesso all’Arlington National Cemetery. Il nuovo Memorial and Education Center è costituito da un’area di circa 3.500 mq, ricavata nello spazio compreso tra il cimitero e l’emiciclo, da cui mutua l’andamento semicircolare. Esso include una galleria espositiva, un auditorium, un registro informatizzato, ambienti per conferenze e una Sala d’Onore. Quattro corpi scala vetrati bucano l’antica struttura di granito, per collegare lo spazio interno della galleria con la terrazza superiore. La terrazza è caratterizzata da un arco di cerchio di circa 70 metri di diametro, composto da tavole in vetro sule quali sono incisi testi scritti di prima mano o riguardanti le donne che hanno prestato servizio. I raggi del sole attraversano le iscrizioni proiettandole, sotto forma di ombre ben leggibili, sulla parete di marmo della galleria sottostante.

BROOKLYN BOTANIC GARDEN VISITOR CENTER

Località: Brooklyn, New York, USA
Tipo di progetto: nuova costruzione
Uso dell’edificio: centro visitatori
Periodo di costruzione: 2010-2012
Premi selezionati: National ASLA Award • AIA National Honor Award • AIA NY Honor Award • NY ASLA Award • New York City Public Design Commission Award • Architect Annual Design Review • Green Good Design Award • MASterworks Award • Chicago Athenaeum International Architecture Award • US Green Building Council LEED Gold Certification

Il nuovo Visitor Center del New York City’s Brooklyn Botanic Garden è concepito come una topografia abitabile, che definisce il limite tra la città e il giardino. Al fine di suscitare curiosità e interesse per quella che è una collezione di valore mondiale, la nuova struttura offre un punto di riferimento e orientamento ben evidente per chi vi arriva, un’interfaccia tra giardino e città, così come tra cultura e coltura. Il progetto per il Visitor Center è un paesaggio che si estende senza interruzioni, inglobato in un terrapieno esistente. Il centro è percepito come il prosieguo tridimensionale del sistema di percorsi del giardino, e che incornicia una serie di viste su di esso e attraverso esso. Il Visitor Center si muove placido dalla città verso il giardino. Esso include una stanza d’orientamento, una hall di informazione, negozi da regalo, una galleria espositiva, un caffè e uno spazio per eventi.
La struttura ha ottenuto la classificazione “oro” nell’ambito della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Essa si serve della massa naturale del terrapieno in cui sorge e dell’uso di vetri sinterizzati, capaci di filtrare i raggi solari, al fine di dotarsi di un involucro dalle alte prestazioni energetiche, che minimizza il surriscaldamento ottimizzando l’illuminazione naturale. Il tetto giardino e il sistema di riscaldamento geotermico accrescono ulteriormente l’efficienza dell’edificio durante tutto il corso dell’anno. Il Visitor Center ridefinisce la relazione fisica e filosofica che si instaura tra il giardino e il visitatore, introducendo connessioni inedite tra paesaggio e struttura, esposizione e movimento.

BARNARD COLLEGE DIANA CENTER

Località: Barnard College, New York
Tipo di progetto: nuova costruzione
Uso dell’edificio: educativo/istituzionale
Periodo di costruzione: 2003-2010
Premi selezionati: Vincitore, concorso nazionale a inviti • National AIA Award of Excellence • AIA Best Building in New York State Award • Progressive Architecture Award • AIA Institute Honor Award • New York Chapter • The Chicago Athenaeum American Architecture Award • ArchDaily Educational Building of the Year Award • Green Good Design Award

Il Diana Center, un edificio multifunzionale per le arti di più di 9.000 mq, è un nuovo centro di vita sociale, culturale e intellettuale. Esso sviluppa le caratteristiche eccezionali e peculiari del Bernard College, un’istituzione femminile di rilievo internazionale rispetto alle arti liberali e alla ricerca. Piuttosto del singolo edificio, è il paesaggio che serve da catalizzatore della strategia progettuale seguita per il Diana Center. A partire dallo storico ingresso sulla Broadway, il progetto definisce un chiaro elemento lineare che collega il livello superiore del campus, presso il Lehman Lawn, con il suo nucleo storico, posto più in basso. Il prato (il Lehman Lawn) si estende in due direzioni: verso nord attraverso la terrazza a gradoni che conduce allo storico cortile Milbank, e verticalmente, penetrando nel Diana Center e proseguendo al suo interno verso l’alto, in direzione del tetto, in modo tale da portare paesaggio e luce naturale all’interno della nuova struttura. Certificata dalla categoria “oro” nell’ambito della classificazione LEED (vedi progetto precedente), la luminosa facciata dell’edificio è realizzata in pannelli di vetro acidato dalle varie gradazioni cromatiche a seconda delle esigenze. Concepito come polo innovativo per la vita del campus, l’edificio presenta la stratificazione dinamica di funzioni che spesso sono tenute separate. Il programma include laboratori di architettura e pittura, uno spazio per performance con 500 posti a sedere, un palco per il teatro sperimentale, una sala lettura centrale, aule per lezioni e seminari e una galleria espositiva.

OLYMPIC SCULPTURE PARK: SEATTLE ART MUSEUM

Località: Seattle, Washington, USA
Tipo di progetto: nuova costruzione
Uso dell’edificio: museo/parco sculture
Periodo di costruzione: 2001-2007
Premi: Vincitore, concorso internazionale • Progressive Architecture Citation • Harvard University Veronica Rudge Green Prize in Urban Design • ASLA Honor Award • New York AIA Design Award of Excellence • National AIA Honor Award • World Architecture Festival Nature Award • Environmental Design Research Association Great Places Award • Chicago Athenaeum American Architecture Award • Mostre: Seattle Art Museum • University of Pennsylvania • Harvard University • Institut Français d’Architecture • National Building Museum • The Museum of Modern Art

Immaginato come un nuovo modello urbano di parco di sculture, questo progetto è localizzato all’interno dell’ultimo lotto del litorale di Seattle non ancora riqualificato: un territorio industriale tagliato dai binari del treno e da una strada a grande percorrenza. Il progetto è un paesaggio continuo, costruito per l’arte, che si arrampica al di sopra delle infrastrutture esistenti per riconnettere la città con il suo litorale riqualificato. La superficie di questo paesaggio, una terrazza verde che si articola in un interrotto andamento a “Z”, discende per circa 12 metri dalla città verso il mare, sottolineando la vista dello skyline urbano e della Elliot Bay. Un padiglione espositivo fornisce gli spazi da destinare all’arte, alle performance, a un caffè, a un negozio di articoli da regalo e ad ambienti per programmi di formazione. Da qui un percorso pedonale scende verso il mare, collegando nel suo svolgersi tre paesaggi naturali tipici del nord est americano: una densa foresta temperata sempreverde, una foresta di alberi caduchi e un giardino tipico della linea di costa. In quanto “paesaggio per l’arte”, l’Olympic Sculpture Park definisce una nuova modalità di vivere l’arte moderna e contemporanea al di fuori delle mura dei musei. Volutamente aperto, nella sua mancanza di confini definiti, il progetto suggerisce nuove interpretazioni per l’arte, l’impegno ambientale o semplicemente per il tempo libero, riannodando i fili delle relazioni frammentarie che intercorrono tra arte, paesaggio e vita urbana. Il progetto è atto a celebrare all’interno del parco le grandi opere d’arte e ad anticiparne la promessa di realizzazioni future.

BIOGRAFIA

Palo Alto, California (USA), 23 Novembre 1957

Marion Weiss è socio fondatore di WEISS/MANFREDI, uno studio multidisciplinare, con sede a New York, noto per la dinamica integrazione tra architettura, arte, infrastrutture e paesaggio. Tra le opere più celebri figurano il Women’s Memorial and Education Center presso l’Arlington National Cemetery in Virginia, il Sylvan Theater di Washington, e i progetti per due college femminili di lunga tradizione: il Barnard College Diana Center e il Smith College Campus Center. Insegna progettazione, concentrando il proprio programma didattico sulle possibilità di sintesi tra le istanze infrastrutturali, sociali ed ecologiche. È Graham Chair Professor of Architecture presso la University of Pennsylvania, dove è membro della facoltà dal 1991. Ha anche svolto insegnamenti multidisciplinari presso la Harvard University, la Cornell University, e più recentemente la Yale University in qualità di Eero Saarinen Visiting Professor of Architectural Design. Dal 2014 è membro della National Academy of Design. La sua pubblicazione più recente, PUBLIC NATURES: Evolutionary Infrastructures,– è ispirata dalle possibilità di dar forma a un più ampio terreno pubblico, nella convinzione che arte e natura, design ed ecologia, architettura e infrastrutture siano legati insieme in una relazione di reciprocità. Pubblicazioni precedenti includono Surface/Subsurface e Site Specific. Il suo lavoro è stato esposto al Museum of Modern Art, al Solomon R. Guggenheim Museum, al Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum, al National Building Museum e, in ambito internazionale, al Museo del Louvre, alla Biennale di Architettura e Design di São Paulo e alla Biennale di Venezia. La visione peculiare che caratterizza il lavoro del suo studio ha ottenuto numerosi riconoscimenti: un American Academy of Arts and Letters Academy Award for Architecture, un AIA New York’s Gold Medal, una Tau Sigma Delta Gold Medal, e un Architectural League of New York’s “Emerging Voices Award”. Nel 2007, l’Olympic Sculpture Park per il Seattle Art Museum, realizzato dallo studio WEISS/MANFREDI, è stato il primo progetto nord-americano a ottenere il prestigioso Harvard University’s Veronica Rudge Green Prize in Urban Design.

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