Realizzato su progetto di Frank O. Gehry a Bilbao, Spagna, nel 1997, con l’utilizzo di 30 mila metri cubi di calcestruzzo, miscelato con cemento III-2/35 SR-MR, prodotto da Cementos Rezola d’Arrigoriaga, filiale spagnola di Italcementi Group.
Icona assoluta dell’architettura contemporanea, il Guggenheim Museum di Bilbao riassume in sé pregi e alcune ambiguità propri dei nuovi linguaggi apparsi tra la fine del Novecento e l’inizio del Terzo Millennio. Con la sua architettura liberata dai vincoli del contestualismo, Gehry introduce l’ibridazione come prassi metodologica per definire raffinate alchimie concettuali: trasforma l’edificio da struttura prettamente funzionale in oggetto mitopoietico e le sue opere creano luoghi sorprendenti e stranianti. Egli è autore e generatore di mitologie urbane amplificate a scala planetaria attraverso un efficace sistema massmediatico.
Nel tempo le sue opere configurano una rete globale di strutture fondate su un unico modello adattabile per molte destinazioni, attuando così un linguaggio con un solo alfabeto ma generatore di complesse narrazioni e infinite emozioni. Risulta chiaro che la tradizionale nozione di genius loci andrebbe completamente riformulata poiché il complesso museale non solo rigetta qualsiasi influenza contestuale ma crea altresì un racconto urbano del tutto inedito: l’intorno non accoglie l’opera architettonica ma è l’architettura che seleziona gli elementi urbani e ambientali con cui intrecciare un rapporto empatico, come con il fiume Nerviòn le cui acque appaiono superficie accessoria dello stesso titanio spalmato sulle finissime foglie al vento che avvolgono il museo. Insomma, come opera dedicata all’arte contemporanea, il complesso è uno spazio estroverso creatore di una visione urbana in continuo divenire attraverso uno schermo tridimensionale — dove non esiste nemmeno una piccola superficie piana — che seleziona il tempo atmosferico, le infinite cromie delle auto parcheggiate, l’avvicendarsi notte e giorno e quant’altro avviene in un intorno comunque sempre da ricordare.
Anche sulle modalità costruttive il Guggenheim mostra la sua forza identitaria di opera globale: le lastre in Titanio che ricoprono i volumi dell’involucro architettonico, sono circa trentamila, trattate per durare cento anni, la materia prima proviene dall’Australia, poi fusa in Francia e le lastre laminate a Pittsburgh e decapate in Gran Bretagna. Il complesso realizzato a Bilbao supera i confini dell’architettura degli ultimi anni valorizzando i progressi della tecnologia in perfetta sintesi, unendo rigore ingegneristico e libertà creativa, dietro cui si celano raffinatissimi calcoli strutturali. Cementos Rezola of Arrigoriaga (filiale spagnola di Italcementi Group) ha fornito tutto il cemento necessario alla realizzazione del progetto.
SCHEDA TECNICA – Museo Guggenheim Bilbao | |||
Committente: Governo Basco, Provincia di Biscaglia, Fondazione Solomon R. Guggenheim Ubicazione: Avenida Abandoibarra, 2, Bilbao 48001, Spagna Architetto: Gehry Partners, LLP 12541 Beatrice Street Los Angeles, CA 90066, Usa Caratteristiche del sito: Il progetto si inserisce all’interno di un piano strategico di rinnovamento della città di Bilbao, iniziato nel 1989 e comprendente un centro congressi, un aeroporto internazionale, una nuova metropolitana e un piano di sistemazione delle rive del Nervion. Ed è stata proprio la situazione di degrado e marginalità dell’ambito fluviale, il punto di partenza del processo di ridefinizione urbanistica, con la costruzione del Museo Guggenheim lungo i margini del fiume, in un’area industriale dismessa. L’opera di Gehry, ha finito col diventare il simbolo dell’intero processo di rivitalizzazione dell’area metropolitana. Programma: museo, gallerie, biblioteca, auditorium, uffici, servizi (caffetteria, ristorante, bookshop). |
Sistema costruttivo:Esempio di architettura/scultura l’edificio presenta volumi dall’andamento distorto e obliquo, declinati attraverso un’assortita palette di materiali. Lo scheletro portante è costituito da una vera e propria gabbia, in tubi di acciaio, poggiata su un’articolata base di cemento armato. Lo spazio interno risulta quasi completamente libero da appoggi verticali in un susseguirsi di spazi concavi e convessi, attraversati da ponti sospesi, che creano una continuità percettiva di forte impatto. Superficie: 24.000 m2 Materiali: 33.000 lamine in titanio, 27.200 lastre di pietra calcarea, 2.500 lastre di doppio cristallo termico, 30 mila metri cubi di calcestruzzo. Concorso a inviti: 1991 (Gehry, Arata Isozaki, Coop Himmelb(l)au a rappresentare i tre continenti America, Asia, Europa) Specifiche costruttive: completate nel febbraio 1993 Avvio lavori: 23 ottobre 1993 Fine lavori: ottobre 1997 |
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Note: Il costo complessivo dell’opera è stato di 24 miliardi di pesetas (oltre 144 milioni di euro). |
Frank O. Gehry | www.foga.com | www.guggenheim-bilbao.es |
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