Rigenerazione urbana e periferie, un convegno sul futuro della città.

CONVEGNO_FONDAZIONE_ITALCEMENTI2015Rigenerare le città e il territorio, a partire dalle periferie urbane: dal manifesto di Renzo Piano l’idea di un nuovo Rinascimento.

Dagli esempi concreti di città che hanno saputo rigenerarsi alla riflessione sull’indispensabile ruolo dell’innovazione nei materiali e nelle tecnologie per un nuovo rinascimento. Molti spunti interessanti nel convegno di Fondazioni Italcementi, le cui conclusioni sono state affidate al Ministro Italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi.

“Rammendo e rigenerazione urbana, per un nuovo Rinascimento”. È partita dal manifesto di Renzo Piano la riflessione promossa dall’annuale convegno di Fondazione Italcementi, che ha visto protagonista il tema.

«Le nostre città e il nostro territorio hanno bisogno di grandi interventi di riqualificazione – ha spiegato in apertura Giampiero Pesenti, presidente di Italcementi -. Una rinascita che cambi in meglio le realtà urbane, le periferie in particolare, e la vita stessa delle persone che le vivono. Oggi abbiamo bisogno di un insieme di coraggiose operazioni di recupero di vaste aree inutilizzate, o male utilizzate, che consentano di innescare un circolo virtuoso di sostituzione di quegli edifici che non garantiscono più standard accettabili di sicurezza strutturale, di efficienza energetica e anche di vivibilità dal punto di vista architettonico, urbanistico e sociale. Abbiamo bisogno di trasformare zone vecchie e degradate dei centri abitati in quartieri più sostenibili, più belli, più vivibili, contribuendo alla rinascita economica e sociale di intere città. Oggi l’innovazione nel campo dei materiali e delle tecnologie ci mette a disposizione soluzioni impensabili in passato ed è nostro dovere far sì che queste conquiste siano a disposizione di tutti, anche, forse soprattutto, di chi vive nelle aree più marginali».

«È un tema profondamento innervato nel sociale – ha sottolineato Carlo Pesenti, Consigliere delegato di Italcementi -:parliamo della qualità della vita delle persone, della salvaguardia del territorio e dello sviluppo economico. Lo diciamo apertamente: la creazione di valore è la precondizione necessaria per poter condividere il benessere generato dall’Impresa. Un’operazione dove gli interessi collettivi si intrecciano con gli interessi dell’Impresa, verso un Rinascimento sociale ed economico. Questa operazione, però, può essere declinata solo attraverso una grande visione politico-istituzionale che incoraggi l’innovazione sostenibile di prodotti e processi.

È ruotato attorno a queste considerazioni l’appuntamento annuale della Fondazione Italcementi, che anche quest’anno ha chiamato alcuni dei principali protagonisti della cultura italiana a discutere e stimolare quella visione necessaria a innescare un nuovo Rinascimento capace di ridefinire il tessuto delle città e di includere quelle classi sociali che attualmente vivono in modo conflittuale il processo di urbanizzazione.

In questo quadro, l’architetto Renzo Piano, senatore a vita per meriti architettonici, ha realizzato un video manifesto – presentato in anteprima nel convegno – focalizzato sul concetto di rammendo e rigenerazione urbana, ovvero un intervento nelle periferie che sappia essere inclusivo, coinvolgendo la popolazione dei quartieri interessati. Questo manifesto si pone in continuità con la decisione dell’architetto Piano di devolvere il suo emolumento come senatore a favore di alcuni gruppi di lavoro incaricati di studiare alcune periferie italiane. Ogni studio è guidato da un “tutor”, allievo o collaboratore dell’architetto Piano, in un gruppo di lavoro complessivo chiamato G124, che prende il nome dal numero dell’ufficio del senatore a Palazzo Giustiniani, trasformato in un laboratorio per progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane (http://renzopianog124.com).

Il tema posto dal “manifesto sul rammendo e sulla rigenerazione” è quello che sta alla base anche del progetto RIFO promosso da Italcementi e realizzato dall’Università di Bergamo con il coordinamento dalla professoressa Emanuela Casti, che in un video ha spiegato il percorso di ricerca che ha portato a individuare in diverse città lombarde gli spazi inutilizzati che potrebbero essere recuperati in un’ottica di “rigenerazione urbana”. Una strategia che prevede la demolizione di caseggiati ormai non più sostenibili dal punto di vista della sicurezza e delle qualità ambientali, architettoniche e urbanistiche e la loro sostituzione con edifici realizzati con nuovi materiali e tecnologie.

Un tema più volte ripreso nel corso della tavola rotonda moderata dal giornalista Walter Mariotti. L’architetto Mario Cucinella, da sempre attento ai temi della sostenibilità e del recupero urbano in ottica di place for people e fondatore dell’organizzazione no profit “Building Green Future”, ha raccontato la sua esperienza “sul campo” nel rammendo delle periferie. Cucinella è infatti tra i “tutor” del progetto G124 e il suo gruppo di lavoro si è concentrato sull’area urbana di Catania, in particolare il quartiere di Librino. «A volte – ha detto – per migliorare la vita di un quartiere può bastare una nuova biblioteca, un giardino curato, un percorso pedonale tra una scuola e una palestra. Non interventi dall’alto, da “archistar”, ma soluzioni che migliorano la vita quotidiana e favoriscono l’incontro tra le persone».

Incentrato sul tema del luogo e dell’abitare l’intervento di uno dei massimi rappresentanti del mondo della cultura e della filosofia, capace di valorizzare la “cultura come elemento di comunità”: Silvano Petrosino, Filosofo e Professore Associato dell’Università Cattolica. Petrosino ha spiegato «l’impossibilità dell’uomo di non abitare, ovvero di prendersi cura dei luoghi e della loro buona gestione. Una legge ormai capovolta che occorre ripristinare per aprire le possibilità del nuovo Rinascimento».

Geminello Alvi, scrittore ed economista abituato a stupire, ha invece proposto una originale analisi del tema della città, e della necessità di funzioni e forme, volte a ridefinire comunità concrete. Alvi ha comparato il nuovo Rinascimento a quello antico, mettendo a confronto i diversi scenari demografici e lanciando un’ipotesi di rigenerazione spirituale e politica per l’Italia, immaginando un futuro confederale retto da uno stato minimo liberista.

Il confronto si è poi concentrato sulla creazione di valore economico associata a iniziative di rammendo e rigenerazione urbana, con il contributo di Francesco Daveri, economista ed editorialista del Corriere della Sera. Daveri ha portato l’analisi di due casi. Il primo, un’esperienza: Harlem, il quartiere di New York dove il passaggio da una situazione di immobili in affitto per categorie tradizionalmente in transizione (come studenti o immigrati) ad una politica a favore delle case di proprietà ha segnato anche la crescita del senso di appartenenza, permettendo la rigenerazione. Il secondo, un auspicio: un sistema d’incentivi per spingere i migliori professori a lasciare i quartieri centrali per quelli periferici.

Nel ricordare come l’evoluzione del concetto di riuso, iniziata negli anni ottanta con il recupero dei centri storici e giunta finalmente alla rigenerazione e ricucitura dei tessuti urbani periferici, richieda la diffusione di nuovi strumenti operativi e gestionali, sia finanziari che urbanistici, Aldo Mazzocco (CEO di Beni Stabili Siiq spa e Presidente di Assoimmobiliare) ha illustrato due esempi concreti di tale evoluzione: la rigenerazione sostenibile del complesso Torri Garibaldi in area Porta Nuova a Milano, recentemente ultimata,  e il progetto Symbiosis, che andrà a ricucire il territorio urbano in area Porta Romana, sempre a Milano, in adiacenza con il nuovo Museo della Fondazione Prada e con l’area dismessa dell’ex scalo ferroviario.

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha esaminato infine come la ricerca di nuove prospettive di sviluppo nel settore della mobilità e del trasporto e il recupero e la restituzione di aree dismesse e periferiche risultino elementi centrali anche nell’azione amministrativa di una media città storica italiana come Bergamo, scelta anche come “caso studio” di un progetto di ricerca Bergamo 2.035 condotto da l’Università di Bergamo e Harvard University con il supporto della Fondazione Italcementi, tra cui Italcementi che ha ideato per la struttura di Palazzo Italia un innovativo cemento biodinamico.

Al termine della tavola rotonda l’architetto Michele Molè, progettista del Padiglione italiano a Expo 2015, ha illustrato il progetto architettonico di “Palazzo Italia”, dalla genesi come idea di coesione, intesa come forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza (elemento chiave di ogni progetto di rigenerazione urbana), fino alla concreta realizzazione, resa possibile da straordinari elementi di innovazione tecnologica e sostenibilità, assieme al know-how e al saper fare delle imprese italiane coinvolte.

Le conclusioni sono state affidate al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, on. Maurizio Lupi, che ha delineato l’azione politico-istituzionale del Governo, volta a creare le condizioni necessarie per sostenere lo sviluppo del Paese.

Fondazione Italcementi

Comunicato

Intervento Renzo Piano

Cemento Biodinamico Expo

Bruchure Convegno

Brochure Fondazione

Foto

Video

 
 Video Manifesto di Renzo Piano Progetto RIFO Intervento di Michele Molè 
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Intervento di Carlo Pesenti  Intervento di Giampiero Pesenti M. Lupi Ministro infrastrutture
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 Tavola rotonda 1^ parte  Tavola rotonda 2^ parte  Tavola rotonda 3^ parte
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