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arcVision 9 – L’uomo e il futuro

Un approfondimento sul concetto di limite. Da un lato la propensione tutta umana a superare ogni confine attraverso uno sviluppo continuo della conoscenza e dall’altro l’esigenza morale di porre delle frontiere e mantenerne il controllo.

Il limite e ciò che c’è oltre

L’idea di questo nuovo numero di arcVision nasce da una chiacchierata con il futurologo francese André-Yves Portnoff. Dal dibattito sulla clonazione umana e le manipolazioni genetiche sorge spontaneo un interrogativo. L’uomo del terzo millennio è un “uomo senza limiti” in grado di ricreare se stesso oppure è un uomo “fuori dai limiti”? La tecnologia è frutto e causa di uno smarrimento epocale? È una forma alternativa o estranea alla saggezza? O è invece forma della saggezza umana stessa, purché consapevole della sua natura più profonda e insieme dei suoi limiti? Se è vero che la Sars deriva da una modificazione genetica nata dalla manipolazione di un virus in laboratorio, ebbene questi interrogativi si rivelano di inquietante attualità.
La risposta di Portnoff è tuttavia di sconcertante semplicità, ma ci pone dinnanzi a riflessioni drammatiche: più cresce la capacità dell’uomo di soggiogare la natura alla scienza, ancor più deve crescere la capacità di auto-governare e di auto-regolare le nuove scoperte. Se la scienza è una forma dell’ambizione umana e l’etica è una forma di regolamentazione dell’ambizione, allora la coscienza morale ha titolo per indicare alla scienza dei criteri di comportamento in forza dei diritti dell’ambizione umana stesso. Ma saremo in grado di percorrere un crinale così difficile e a quota (di rischio) sempre più elevata?
Con l’intervento di André-Yves Portnoff, l’uomo viene collocato al centro della società, quale artefice e protagonista dello sviluppo economico e sociale. Non più massa ma individuo con una propria libertà e personalità. Ed è solo la sua coscienza che può salvare la comunità dal suicidio in una realtà dove la tecnologia e il progresso rischiano, se non disciplinati, di sopraffarlo.
I computer avanzano oggi senza tregua, detenendo un potere ieri impensabile. Da qui le osservazioni di Diego Marconi in merito all’intelligenza artificiale e ai suoi limiti. Limiti che, analizzando i progressi degli ultimi decenni, sono oggi indimostrabili.
Progresso, sviluppo, tecnologia, scienza sono queste le parole d’ordine che governano questo primo squarcio di terzo millennio. A questo punto viene spontaneo porsi una semplice ma fondamentale domanda: in futuro saremo più felici? Questo quesito viene sottolineato da Edoardo Boncinelli il quale sostiene che sicuramente i progressi in campo medico e scientifico contribuiranno a migliorare la qualità di vita e ad allungarne il corso, ma per la formula della felicità non esistono ancora ricette.
E sempre in tema di limiti: che cos’è il limite in architettura? Questa è la domanda che si pone Maurizio Vitta per introdurre la sezione del Projects dedicata alla presentazione di sette progetti firmati da importanti nomi dell’architettura contemporanea: Rogers, Calatrava, Kurokawa, Piano, Perrault, Gehry e von Gerkan. La risposta più immediata è di ordine fisico, ovvero spaziale. Ma, approfondendo il discorso, ecco che si parla di limite culturale, naturale, verticale, tecnologico, etico. Da questi esempi risultano evidenti la mobilità, l’instabilità e il dinamismo del concetto di limite in architettura.