Abha Narain Lambah – Nominees arcVision Prize 2016

Abha Narain Lambah (India)

Come Dalila Elkerdany in Egitto, anche Abha Narain Lambah ha trovato la sua vocazione e il successo professionale nel lavoro sulla conservazione del patrimonio architettonico: 

Abha Narain Lambah (India)

ma a confronto con la vastità e la ricchezza del continente India osservare il suo lavoro significa intraprendere un viaggio in un passato incredibilmente ricco di possibilità anche per l’oggi. Dal restauro del tempio buddista di Maitreya (XV secolo) su cui lavora per tre anni (2006/2008), all’intervento sul complesso di Chandramauleshwar che la impegna per sette anni (2004/2011), Lambah è riuscita a realizzare una notevole quantità di progetti: dove si dice impegnata a costruire un modello alternativo, che al tradizionale approccio centralista e “monumentale” affianca la collaborazione con le comunità locali. Un polo centrale per la sua attività di progetto rimane comunque Mumbai, la città dove si è “specializzata” nella riabilitazione di edifici coloniali, come il Tata Palace (Deutsche Bank), la Town Hall & Asiatic Library o il Crawford Market.  www.anlassociates.com

VISION DELLA CANDIDATA

“L’India, con un gran numero di siti e monumenti che abbracciano 4000 anni di tradizioni costruttive, mi rende fiera del ricco patrimonio culturale del mio Paese. Tuttavia, in un nazione in via di sviluppo dove il governo deve combattere povertà, fame, disoccupazione e malattie, la conservazione del patrimonio culturale passa in secondo piano rispetto a questi bisogni e resta in basso nell’agenda governativa e nel finanziamento pubblico.
Pertanto, nel contesto asiatico, è di importanza critica l’impiego delle comunità locali nella salvaguardia e nella conservazione del patrimonio costruito.
In un ventennio di attività come architetto conservatore mi sono pertanto focalizzata sulla ricerca di mezzi per conservare questo ricco patrimonio culturale e per intrecciare gli edifici storici nella città costruita come risorse culturali vitali. Di conseguenza mi sono occupata sia di politica che di pratica professionale, con un approccio al patrimonio culturale e alla rinascita urbanistica di tipo inclusivo e a partecipazione pubblica. Con la pratica professionale ho sempre cercato i modi per reinventare gli edifici storici come parti integranti del milieu urbano, per coinvolgere le comunità locali nella conservazione dei propri punti di riferimento culturali, e per trovare un compromesso “asiatico” al continuo tiro alla fune tra conservazione e sviluppo.

Alla luce della rapida trasformazione che stiamo vivendo nelle nostre città in continua espansione sta diventando di importanza sempre più critica la capacità di conservare questa vasta risorsa architettonica. La conservazione permette di preservare edifici e risorse architettoniche che altrimenti andrebbero distrutte. Permette anche di tenere in piedi le pratiche costruttive e i materiali tradizionali, trasmettendo alle generazioni future le risorse culturali del nostro passato. Parliamo sempre di riciclaggio dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia. La conservazione ci permette di riciclare gli edifici, contribuendo in questo modo a un’architettura green e a salvare il nostro pianeta.
Nella professione ho sempre avuto un interesse particolare per i problemi urbanistici e per la conservazione. Gli edifici storici sono l’aspetto che conferisce alle nostre città la loro identità, pertanto la mia pratica professionale ha fatto di tutto per mantenere la leggibilità dei centri urbani storici attraverso i cambiamenti politici. Sono convinta che un edificio green sia uno già esistente, e pertanto durante la mia carriera mi sono sforzata di conservare e di rifunzionalizzare gli edifici storici per dare loro importanza ai nostri giorni, basandomi sulla partecipazione dei cittadini nella conservazione del patrimonio culturale.”

DATI DI PROGETTO

CONSERVAZIONE DEL TEMPIO CHANDRAMAULESHWAR

Località: Sito di Hampi, patrimonio mondiale dell’umanità, Karnataka, India.
Tipo di intervento: indagine archeologica, conservazione e consolidamento di un monumento storico
Uso dell’edificio: monumento archeologico Periodo di costruzione: XV secolo
Riconoscimenti/pubblicazioni: Asia Pacific Award of Merit 2012 dell’UNESCO

La conservazione del tempio Chandramauleshwar è il primo progetto pilota che coinvolge una ONG nazionale e una internazionale che lavorano con il governo del Karnataka per la conservazione di un monumento nazionale ad Hampi, sito patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. Il progetto è supportato dal Global Heritage Fund e ha il finanziamento di impresa da parte del JSW group. Questo sito di oltre 33000 metri quadrati sulle rive del possente fiume Tungabhadra è formato da due muri di contenimento in massi squadrati di granito per una lunghezza di 125 metri sul lato orientale e di 40 metri sul lato meridionale. Il muro di contenimento superiore misura 42 metri sul lato orientale; la parte rimanente è collassata completamente e la maggior parte dei blocchi di pietra è stata asportata e utilizzata per costruzioni successive. Il tempio era collegato al Tempio Vitala attraverso il fiume da un antico ponte in pietra poi crollato, anche se i pilastri in pietra sono ancora esistenti. Questo antico ponte in pietra, che era utilizzato per collegare le città storiche di Hampi e Anegundi, è allineato con il muro di contenimento orientale del tempio, il che fa comprendere la sua importanza nel più ampio contesto di Vijayanagara.

Siccome il sito è una zona rurale remota, circondata dall’acqua su tre lati e da grandi macigni sul quarto, è praticamente impossibile raggiungerlo senza attraversare il fiume. L’unica modalità di trasporto sono i tradizionali coracle (barche a paniere di vimini) che sono stati usati per secoli. Una delle maggiori sfide da affrontare per i lavori di conservazione è stata la logistica delle forniture di materiali, come sabbia, ghiaia e pietre attraverso il fiume. Il consolidamento strutturale e la conservazione dei muri di contenimento sono stati completati dopo quattro stagioni di lavoro, tra le esondazioni del fiume nel 2007 e nel 2011, dando al monumento una nuova speranza di vita. Il progetto ha coinvolto la comunità locale e il finanziamento di impresa da parte di un gruppo industriale locale, con una rigorosa peer review da parte del Global Heritage Fund. IL PROGETTO HA VINTO L’ASIA PACIFIC AWARD OF MERIT 2012 DELL’UNESCO.

CONSERVAZIONE DEL TEMPIO DI BUDDHA MAITREYA DEL XV SECOLO

Località: Basgo, Ladakh, Jammu e Kashmir, India
Tipo di intervento: conservazione di un tempio buddista del XV secolo (ancora in uso) costruito in terra e legno
Uso dell’edificio: tempio buddista
Periodo di costruzione: XV secolo
Riconoscimenti/pubblicazioni: Asia Pacific Award of Excellence dell’UNESCO

Il Chamba Lhakhang è il più antico e anche il più grande dei tre templi Maitreya, e si ritiene costruito durante il regno del re Grags-pa Bum ‘lde nel XV secolo. Trovandosi nel remoto Ladakh, a un’altitudine di oltre 3300 metri, il terreno è un deserto arido, con temperature anche inferiori a -40 gradi Celsius in inverno. Le pitture murali sono state commissionate durante il regno del re Tsewang Namgyal nel XVI secolo. L’aula centrale del tempio ospita un’impressionante raffigurazione del Buddha Maitreya in argilla dorata alta tre piani.
La struttura del tempio ha fatto fronte a gravi problemi strutturali e infiltrazioni dalla copertura, oltre che al deterioramento delle pitture murali.
Il restauro dei templi Maitreya di Basgo è stata iniziata dagli abitanti del villaggio (sotto l’egida del Basgo Welfare Committee), come parte della tradizione di riparazioni e rinnovamenti  continui del patrimonio culturale collettivo della comunità, in particolare del patrimonio culturale sacro, perpetrati nel Ladakh per secoli. Nel 2001, il Welfare Committee di Basgo ha iniziato una collaborazione con il Namgyal Institute for Research sull’arte e la cultura del Ladakh, per reperire le competenze tecniche e smuovere i finanziamenti per il restauro del Chamba Lhakhang. La collaborazione risultante ha unito saperi artigianali tradizionali, artisti e detentori di diverse conoscenze con Abha Narain Lamba come architetto conservatore capo, per uno dei più grandi progetti privati di conservazione del Ladakh, supportato dal World Monuments Fund in una partnership unica in cui il finanziamento ha incontrato la fornitura gratuita di lavoro e materiale da parte delle comunità locali.
Il progetto è stato basato sullo spirito della Carta di Nara, usando tradizioni artigianali e costruttive ancora viventi e materiali tradizionali come la bhojpatra (betulla dell’Himalaya), la copertura in fango, i lavori in legno nello stile del periodo; l’intento è stato quello di far rivivere e di restaurare un monumento buddhista ancora vivente usando le capacità e le risorse artigianali locali. Il lavoro progettuale è stato continuato soltanto con l’architetto e gli artigiani del villaggio; gli abitanti del villaggio hanno trasportato i materiali lungo la montagna per mezzo di catene umane, portando ceste dalle loro case per il lavoro di conservazione. Questo restauro ha necessitato di tre anni, dal momento che, essendo l’area tagliata fuori dai collegamenti stradali in inverno, la stagione lavorativa era limitata da maggio a ottobre. I monaci locali si sono incaricati della cerimonia di sconsacrazione all’inizio dei lavori nel 2004 e della riconsacrazione del simulacro del Buddha dopo il completamento nel 2006.

CONSERVAZIONE E RIFUNZIONALIZZAZIONE DELLA SNDT KANYASHALA COME ISTITUTO D’ARTE FEMMINILE

Località: Mumbai, India
Tipo di intervento: conservazione e rifunzionalizzazione di una scuola femminile in disuso come college/istituto d’arte femminile
Uso dell’edificio: attualmente è un istituto d’arte e un centro scolastico femminile
Periodo di costruzione: costruzione originale 1916…lavori di conservazione 2014-15
Riconoscimenti/pubblicazioni: pubblicato sulla rivista Inside Outside

L’università femminile SNDT è la prima università femminile del sud-est asiatico, fondata nel 1916 dal Maharshi Dr. Dhondo Keshav Karve, un leader e riformatore sociale che gettò le basi per la crescita del potere delle donne attraverso l’educazione. Costruita all’incrocio di Vitthalbhai Patel Road e di Sadashiv Street, la Damodar Thackersey Kanyashala fa parte dei paesaggi stradali storici di Girgaum a Mumbai. Nata come abitazione, è stata trasformata in una Kanyashala (letteralmente, una scuola femminile) nel 1924, giocando un ruolo preminente nell’educazione femminile dell’inizio del XX secolo.
Nel corso dei decenni il vecchio edificio della scuola ha sofferto le ingiurie sia del tempo che del clima, con dissesti strutturali che minacciavano la struttura del tetto e le balconate di legno, e con gravi infiltrazioni dalla copertura. Nel tempo, i dintorni della città hanno visto molti cambiamenti, con i bungalow circostanti che hanno lasciato il posto agli edifici multipiano. I cambiamenti demografici hanno significato un minor numero di studentesse che volessero frequentare la scuola, che ha chiuso nel 2013. Il mancato impiego ha provocato un ulteriore rovina dell’edificio, che giaceva trascurato e inutilizzato.
Per celebrare il suo centesimo anniversario l’Università Shreemati Nathibai Damodar Thakersay (SNDT) ha avviato un progetto per restaurare e conservare questo storico punto di riferimento di Mumbai – un edificio classificato di Grado III – e per ospitare all’interno dell’edificio, dandogli nuova speranza di vita, il dipartimento di arte dell’università. L’iniziativa ha avuto il sostegno di Mrs. Sangita Jindal, che ha assicurato il suo supporto per la conservazione dell’edificio e per la rinascita dell’istituto come centro per le arti. Sul progetto ha lavorato un gruppo di architetti conservatori donna coordinato da Abha Narain Lambah, che ha restaurato in modo scrupoloso l’edificio storico riaprendone le porte come istituto scolastico – l’SNDT College of Arts, Department of Drawing and Painting e il Jindal Centre for the Arts – per il centesimo anniversario di fondazione dell’Università SNDT.

RESTAURO E ALLESTIMENTO MUSEOGRAFICO DEL PALAZZO JAI VILAS A GWALIOR

Località: Gwalior, India
Tipo di intervento: allestimento museografico e restauro
Uso dell’edificio: museo
Periodo di costruzione: costruzione originale XIX secolo, lavori di conservazione 2009-12
Riconoscimenti/pubblicazioni: Pubblicatoin Elle Decor

Uno tra i più sfarzosi palazzi di ispirazione europea dell’India, il Palazzo Jai Vilas è stato costruito dal Maharaja Jayaji Rao Scindia per celebrare la visita del Principe del Galles nel 1876. L’architettura celebra la maestosità del Barocco europeo, con colonne tuscaniche, corinzie e doriche, timpani  e archi per creare una spettacolare composizione bianca. È uno dei più grandi palazzi dell’India, ispirato dagli stili architettonici europei e attualmente sede dell’HH Maharaja Sir Jiwaji Rao Scindia Museum. Il Palazzo Jai Vilas è uno dei più grandi palazzi neobarocchi del mondo. Si estende su un’area di quasi 28000 metri quadrati nella vasta tenuta del palazzo nel cuore del Gwalior. L’edificio del palazzo è impressionante per le sue dimensioni imponenti. Il prospetto nord ha la lunghezza impressionante di 130 metri, mentre il prospetto est, ancora più lungo, misura 158 metri: in tutta l’India è tra i prospetti di palazzi più estesi. L’edificio ha richiesto un attento restauro affiancato dall’inserimento di nuove gallerie, di servizi audiovisivi e per conferenze, di un bar, un negozio e della segnaletica per il museo.

Nel 2010 sono stata incaricata di restaurare l’edificio, di progettare i servizi per i visitatori del museo e di ampliare le gallerie per includere le Gallerie Cerimoniali – alloggiando la collezione storica di stoffe, fotografie e oggetti per illustrare la vita cerimoniale del Palazzo Jai Vilas al tempo degli Scindia. Il primo compito è stato quello di mappare e documentare con cura ogni parte del palazzo; il mio gruppo di architetti ha impiegato due mesi accampato a Gwalior, documentando ogni nicchia e fessura. Abbiamo avuto accesso allo sterminato archivio fotografico della famiglia Scindia, che ci ha permesso di trovare gli allestimenti originali delle sale e le immagini di partenza per le gallerie. A questo ha fatto seguito una dettagliata relazione conservativa, che è stata presentata ai gestori del museo. Successivamente abbiamo predisposto le gare d’appalto e abbiamo iniziato i lavori. Gli interventi prioritari sono stati le riparazioni strutturali e l’impermeabilizzazione del tetto. A questo ha fatto seguito il progetto delle gallerie del museo, la creazione dei servizi per le sale conferenze e audiovisivi per i visitatori, il miglioramento dei servizi igienici e della segnaletica per i visitatori, il potenziamento dell’impianto elettrico del museo, la creazione di un centro informazioni per il museo, lo shop del museo e il bar per i visitatori. Le stoffe e le gallerie cerimoniali sono state prese in considerazione successivamente. Questo ha richiesto una grande interazione con i curatori del museo e con il Maharani Priyadarshini Raje Scindia, che è stato coinvolto in ogni fase del processo.

Il palazzo possiede dettagli decorativi interni così affascinanti, specialmente per il ruolo del bianco su bianco, che abbiamo deciso di mantenerli come testimonianza sottolineando i dettagli architettonici di ogni sala per creare un ambiente sfarzoso per le nostre gallerie. Lo stemma della famiglia Scindia dispiega una magnifica serie di elementi, dal serpente al cavallo, che sono stati entrati a far parte del progetto della segnaletica del museo, degli stemmi sui vetri e della segnaletica della galleria, come anche delle sedie della sala conferenze. I lampadari sono un’altra caratteristica raffinatezza del palazzo, che vanta i più grandi lampadari del mondo. Perciò, anche per le sale conferenze e il negozio del museo abbiamo introdotto lampadari in cristallo di gusto barocco ma secondo il nostro design.

BIOGRAFIA

Kolkata (INDIA), 14.09.1970

Abha Narain Lambah è cresciuta a Delhi, ispirata dall’architettura dei monumenti medievali di Mehrauli. Questo l’ha portata a laurearsi in conservazione architettonica alla School of Planning & Architecture di Nuova Delhi nel 1996. Ha beneficiato dell’Eisenhower Fellowship (USA) 2002, dell’Attingham Trust Fellowship 2007 e del Charles Wallace Fellowship (U.K.) 1998, grazie ai quali ha seguito un intenso percorso formativo sulle tecniche di restauro al Lincoln Cathedral Works Department. Ha anche vinto 8 Asia Pacific Award dell’UNESCO per la conservazione del patrimonio culturale, il prestigioso Sankriti Award nel 2003, ed è stata inclusa nei TOP 10 Young Architects dalla rivista CW e nei TOP 50 Architects of India consecutivamente per il 2014 e il 2015 da parte di Architectural Digest.

Nella sua carriera, che abbraccia due decenni, Abha è stata una pioniera nei lavori di conservazione architettonica e urbana in India, rompendo con l’approccio centrato sul monumento a favore di un modello più centrato sulle comunità per la conservazione del patrimonio culturale. In un mondo in via di sviluppo, in cui i finanziamenti per la conservazione sono in basso nell’agenda governativa, il suo lavoro si è focalizzato sulla partecipazione dei cittadini nella conservazione del patrimonio culturale, dal paesaggio stradale e la segnaletica urbana della Victorian Dadabhai Naoroji Road di Mumbai, alla partecipazione attiva delle comunità locali nella rinascita del distretto delle arti di Kala Ghoda, al restauro della JJ School of Art di Mumbai, del college SDNT, del college Elphinstone, alla conservazione di un tempio del XV secolo su un’isola fluviale nel sito patrimonio mondiale dell’umanità di Hampi e a un progetto comunitario che ha aiutato a conservare un tempio buddista del XV secolo in un villaggio remoto del Ladakh (vincitore dell’Award of Excellence 2007 dell’UNESCO). Lo studio, con sede a Mumbai, abbraccia l’intera India: monumenti medievali nel Ladakh e ad Hampi; caravanserragli Moghul e moschee nel Punjab; paesaggi storici e forti nel Rajasthan; la residenza del viceré nella Shimla; gli edifici coloniali del periodo britannico come la Bikaner House e la Teen Murti House a Delhi, i siti buddhisti patrimonio mondiale dell’umanità, come le grotte di Ajanta e il tempio di Bodh Gaya, i palazzi reali di Hyderabad, Patiala, Gwalior e Rajasthan, i siti archeologici di Orissa e Karnataka, i recinti del tempio nel Kanchipuram e i boutique hotel di Goa e Kerala.

Abha è stata coinvolta nel restauro e nella progettazione di prestigiosi musei, tra cui l’Indian Museum di Kolkata, il Rashtrapati Bhavan Museum, il Nehru Memorial Museum, la Teen Murti House, il Chowmahalla Palace Museum, lo Swaraj Bhavan di Allahabad, il Mani Bhavan Gandhi Sangrahalaya a Mumbai, il Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya a Mumbai, il museo del Palazzo Jai Vilas a Gwalior, il museo del Durbar Hall di Patiala, il museo del Palazzo Lal Bagh di Indore. Lavorando sui problemi della conservazione urbana per due decenni, a partire dai Regolamenti per il patrimonio culturale di Bombay nel 1995, Abha è stata coinvolta in problemi politici come membro del comitato per il patrimonio culturale sia di Mumbai che di Delhi. Il fulcro della sua pratica professionale si basa sugli edifici coloniali del XIX secolo di Mumbai, incluso il restauro dell’Aula magna, del Tata Palace (Deutsche Bank), della Town Hall & Asiatic Library, del Crawford Market e degli uffici dirigenziali municipali.

Abha ha continuato a scrivere di architettura, come autrice/curatrice di “Custodians of the Past: 150 Years of the Archaeological Survey of India“, “Shekhawati: Painted Havelis of Merchant Princes“, “Architecture of the Indian Sultanates” e “Through the Looking Glass: The Grade I Heritage of Mumbai” e come co-autrice di “A Conservation Manual for Owners & Occupiers: Heritage Buildings & Precincts, Mumbai” e “Conservation After Legislation: Issues for Mumbai”. Si è impegnata attivamente in pubblico sui problemi urbani, come editorialista per i quotidiani Hindustan Times e Indian Express e per la rivista MARG.

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