Gio Ponti (Milano, 18 novembre 1891, Milano, 16 settembre 1979). Nel 1921 si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano.
I primi progetti sono in linea con la tendenza “neoclassica” emersa a Milano nei primi anni Venti. Sono anni in cui l’architettura pontiana risente della Secessione viennese, si contrappone al Razionalismo del Gruppo 7, è influenzata dall’immaginario della classicità ed è sostanzialmente in linea con il movimento Novecento. L’attività si sviluppa ad ampio raggio, anche nel settore della divulgazione e, nel 1928, fonda la rivista Domus (che dirige dal 1928 al 1940 e dal 1948 al 1979). Tra gli anni Venti e Trenta, pubblica il volume La casa italiana, scritti teorici sull’arredamento e l’architettura. Partecipa a numerose esposizioni internazionali di architettura e di arti applicate. Negli anni Venti, i molti interessi nel settore delle arti applicate lo portano nel mondo della produzione ceramica attraverso la direzione artistica e come principale progettista dell’industria ceramica Richard-Ginori, dove rielabora la strategia produttiva della società. Con i progetti per Richard-Ginori vince il “Gran Prix” all’Esposizione di Parigi del 1925.
Alla Biennale di Monza del 1927, presenta, a fianco dei prodotti Richard-Ginori, due iniziative: mobili e oggetti per il gruppo Il Labirinto, con una destinazione elitaria, e la linea di arredi Domus Nova, distribuita dai Grandi Magazzini La Rinascente, produzione per la casa rivolta alla media borghesia. Negli anni Trenta, l’attività si espande verso l’organizzazione di eventi culturali, diviene direttore per la V Triennale di Milano, realizzata nel 1933. In quegli anni, lavora in settori diversi dall’architettura: disegna costumi e scenografie per spettacoli prodotti dal Teatro alla Scala a Milano. Dal 1936 al 1961 è titolare della cattedra della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Ponti progetta molte opere nella sua città: la Torre Rasini, prospiciente i Giardini Pubblici di corso Venezia, la casa in via De Togni, Palazzo Ferrania, la sede Rai in corso Sempione e la Torre Littorio al Parco Sempione.
Intensa anche l’attività nell’industrial design con il progetto per la sedia “Superleggera”, prodotta da Cassina; si dedica ai settori dell’illuminazione, degli arredamenti navali per i transatlantici Andrea Doria, Conte Grande e Giulio Cesare, degli apparecchi sanitari per Ideal Standard e alle cosiddette “Soluzioni tipiche” come l’innovativa “Finestra arredata”, del 1954. Si impegna inoltre in un ambito di nicchia come il Car Design attraverso l’autovettura “Diamante”, così definita per la carrozzeria sfaccettata. Negli anni Cinquanta, lo stile si fa più innovativo e, pur rimanendo classicheggiante nel secondo palazzo per uffici della Montecatini (1951), si esprime pienamente nel Grattacielo Pirelli, ritenuta l’opera più importante. L’attività di architetto si diffonde sia in Europa sia in paesi extraeuropei tra cui: Hong Kong, Denver, Bagdad, Caracas, San Paolo e New York.
Alcune opere tra le più significative, realizzate in Italia e all’estero:
1923 Manifattura di Doccia, Sesto Fiorentino, (Firenze)
1925 Casa in via Randaccio, Milano
1927 Monumento ai Caduti in piazza Sant’Ambrogio, Milano
1934 Scuola di Matematica, Città Universitaria, Roma
1947–1951 Secondo Palazzo Montecatini, via Turati-largo Donegani, Milano
1952–1958 Istituto Italiano di Cultura (Fondazione Lerici), Stoccolma, Svezia
1953-1957 Villa Planchart, Caracas
1956–1961 Grattacielo Pirelli, Milano
1970-1971 Denver Art Museum, Denver, Usa
Grattacielo Pirelli |