arcVision 3 – Virtuale

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Internet e le nuove tecnologie informatiche stanno cambiando ogni aspetto della nostra vita. Nulla sembra essere immune all’era del virtuale: dal linguaggio all’architettura, all’economia.

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 Una rivoluzione ne cela un’altra

Non si potrebbe capire meglio la rivoluzione che viviamo se non guardando il Duomo di Firenze. Cinque secoli fa, Brunelleschi è riuscito a costruire la più grande cupola senza centine del mondo e il suo record è ancora oggi imbattuto. Quattro milioni di mattoni, disposti a spina di pesce, si incastrano gli uni agli altri. La struttura, autoportante, non ha quindi avuto bisogno del supporto di un ponteggio durante la costruzione. Brunelleschi ha osato affrontare la complessità di un compito che consisteva nell’issare tanti mattoni di forme diverse fino a più di 90 metri d’altezza, con macchine di sollevamento che ha dovuto inventarsi lui stesso! Il Duomo presenta molte caratteristiche della nostra nuova società immateriale. Il valore dell’edificio non ha niente a che vedere con la somma delle parti che lo compongono, non equivale a 4 milioni di volte il prezzo di un mattone! Il valore dell’insieme supera quello dei suoi elementi costitutivi. Esso dipende dal modo in cui i mattoni sono stati organizzati dal genio di Brunelleschi, dalla sua audacia di costruttore visionario, dalla sua capacità di orchestrare i talenti di tutti i lavoratori del cantiere, dalla sua abilità a condividere la propria passione e la propria fede con tutti gli operatori coinvolti, dai notabili fiorentini fino agli operai del cantiere.
Sono questi gli elementi essenziali del capitale di un’impresa: passione condivisa che libera intelligenza e creatività collettiva.
Non si tratta di sommare talenti individuali, ma di farli entrare in armonia. Quindi, gli elementi immateriali del capitale di un’impresa non si riducono, contrariamente a quanto si afferma spesso, all’informazione o alla conoscenza, essi racchiudono tutte le molle delle decisioni umane, le passioni, i valori, i modelli mentali, il coraggio e le debolezze…
Un tempo questa mobilitazione di intelligenze e di passioni era necessaria per costruire cattedrali, oggi è diventata indispensabile per produrre qualsiasi cosa in condizioni economiche competitive.Perché questa brutale rottura col passato? Le cause sono la maggiore complessità dei problemi e l’esplosione delle conoscenze. La congiunzione di questi fattori fa sì che le risorse materiali non siano più fondamentali e che la componente che produce valore sia sempre meno fisica. Il lavoro diventa essenzialmente creatività e creazione di significato, di rapporti umani. Inoltre, nessuna organizzazione può pretendere di controllare da sola l’insieme dei talenti necessari a costruire un oggetto, anche se semplice. Solo la cooperazione crea il valore aggiunto. Da quattro secoli le regioni italiane dimostrano la forza della partnership tra imprese anche se concorrenti. Questa pratica, un tempo utile, diventa oggigiorno vitale.
La logica della partnership si impone anche per le aziende e i loro membri. Non si può ottenere il lavoro immateriale con la forza. Se il capitale diviene umano, l’uomo ritorna capitale! Bisogna incitarlo a mobilitare i suoi talenti, tanto più che la crescita dell’individualismo rafforza le esigenze di libero arbitrio. Bisogna convincere le più competenti imprese a lavorare con noi. Convincere anche i consumatori che possono fare i loro acquisti in tutto il mondo. I clienti non comprano più la tecnica, ma soluzioni, servizi. Tutte le imprese, comprese quelle che producono materiali, vendono delle funzioni, quindi beni immateriali.
L’importanza della rivoluzione digitale deriva dal formidabile impulso che conferisce a quest’altra rivoluzione, ancora più radicale, dell’immateriale. È proprio l’immateriale che viene veicolato da Internet, moltiplicando i contatti e accrescendo così la creatività del mondo. Internet diffonde informazioni, idee, passioni, emozioni, nel bene e nel male. Nei diversi articoli di questo numero di arcVision appaiono chiaramente molte tendenze forti.
Riassumiamone quattro.
• Le reti sono soprattutto strumenti di collaborazione. La favoriscono poiché riducono l’effetto delle distanze, facendo diminuire il costo delle transazioni. Reti di imprese di ogni dimensione possono competere con i gruppi più grandi. Il successo di Dell su IBM e Compaq è interamente fondato su questo fattore e, ad esempio, sta per indurre i grandi dell’industria automobilistica mondiale a collaborare malgrado le loro rivalità.
• Le reti hanno bisogno di coerenza e la costruzione di standard diventa un obiettivo strategico. Ciò può condurre a monopoli irresistibili come quello di Microsoft Windows.
• Questi monopoli saranno rimessi regolarmente in discussione dal progresso tecnico, dai nuovi protagonisti e dalla reazione dei cittadini consumatori. Questi ultimi beneficiano infatti di una capacità di coalizione senza precedenti.
• I cittadini consumatori, informati più che mai, esigeranno prestazioni su misura, disponibili in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Più che mai quel che acquisteranno sarà la nostra capacità di comprenderli e di creare con loro.
La rivoluzione immateriale, “dopata” da Internet, sarà una rinascita economica e umanistica,se metteremo gli strumenti tecnici al servizio di strategie pertinenti e ambiziose.

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