Petra Gipp – Nominees arcVision Prize 2016

Petra Gipp (Svezia)

Tra le costanti progettuali che permettono di identificare buona parte dell’architettura realizzata negli ultimi anni nei paesi del Nord Europa come “Architettura nordica” stanno la ricerca di semplicità volumetrica, spesso ai limiti dell’astrazione, la trasparenza compositiva e una grande attenzione per le qualità tecnologiche ed espressive dei materiali.

Petra Gipp (Sweden)

Simili caratteristiche sono portate all’estremo da Petra Gipp, tra le giovani donne progettiste di maggior rilevanza nella scuola svedese. Razionali e scultoree, le sue architetture pongono al centro del lavoro di ricerca il tema della massa: sono volumi primigenei e ben definiti che si affermano con forza nel paesaggio circostante. Tale appare per esempio il massivo edificio The Cathedral a Linköping (2014), laboratorio per i creativi e per la progettazione audiovisiva che forza il rapporto tra forma e tecnologia, costituendosi come una sorta di essenziale “bunker” dell’innovazione, al confine tra la città e le distese della campagna svedese.  www.gipparkitektur.se

VISION DELLA CANDIDATA

“Ho l’ambizione di creare un’architettura che instauri un legame meditato con le esigenze dei committenti e con la natura dei luoghi. Il mio lavoro è basato su un’idea principale, che poi confluisce nel progetto delle singole parti e nella scelta dei materiali. Il mio lavoro miscela architettura ed espressione scultorea e io aspiro a creare opere che siano parte di una riflessione sull’architettura che, assieme alla ricerca delle soluzioni strutturali, tecnologiche e sostenibili, sia finalizzata all’esplorazione della sua espressione artistica. Per poter sviluppare la mia capacità espressiva e le mie idee architettoniche ho avviato nel 2009 lo studio Petra Gipp Arckitektur. Io sono l’unico proprietario dello studio e, in quanto titolare, sono profondamente coinvolta in tutti i progetti.”

DATI DI PROGETTO

NYTORGET – edificio in legno strutturale per COABITAZIONE (Folkhem)

Località: Stoccolma, Svezia
Uso dell’edificio: Residenziale
Periodo di costruzione: 01/2014 – 12/2017

Il complesso residenziale sorge in un punto della città in cui  il fitto tessuto urbano incontra alcune costruzioni in legno di piccole dimensioni, articolandosi inoltre secondo nuove direttrici create da emergenze singolari come la Melongen e la scuola Katerina Södra. Il progetto connette tra loro le diverse scale dimensionali e i diversi orientamenti, dando vita, in tal modo, a un nuovo parco che si configura come un percorso nel verde posto tra la piazza Nytorget e il preesistente parco di Vitarbergen.
Gli edifici sono realizzati in legno massello, un materiale che offre ampie possibilità di impiego a una tecnica del costruire più chiaramente ecologica. Il progetto è stato sviluppato in stretta collaborazione con il committente, la Folkham, che ha optato per una costruzione interamente realizzata in legno, e con la Martinsons, tra i principali fornitori di sistemi di costruzione in questo materiale.
La differenza di quota tra la piazza Nytorget e il nuovo parco consente la disposizione su due livelli degli spazi destinati alle attività pubbliche, in modo tale che il parco stesso sia vissuto attivamente su entrambe le sue estremità. Il parco ingloba inoltre Malongen, e offre agli artisti che vi lavorano la possibilità di aprire i loro atelier verso l’esterno.
L’edificio è concepito per la coabitazione, con spazi comuni in cui mangiare, lavorare e socializzare, e con ambienti a uso pubblico da destinare a scuola, asilo, sala da ballo e riunioni. Importante per il progetto è l’idea di far proseguire il parco in senso verticale, lungo i ballatoi e sugli ampi balconi, dove gli abitanti possono coltivare verdura, spezie e fiori. Sul tetto c’è poi un ulteriore ambiente comune nel quale i residenti possono incontrarsi per attività varie.
Ai due volumi in legno massello che formano il progetto sono stati conferiti un aspetto e una cifra identitaria decisamente attuali, capaci di connotare il luogo in maniera chiara. Piccoli appartamenti duplex si aprono contemporaneamente su piazza Nytorget e su Malongen, evitando in tal modo di imporre una netta differenziazione tra fronte e retro alle due facciate, che rimangono di pari importanza per il luogo. Al livello dell’ingresso questa parte dell’edificio è trasparente e consente il libero contatto visivo tra i due parchi. Un volume più basso si rivolge verso i più antichi edifici in legno, mentre un ulteriore volume indipendente connette il tracciato del parco con la città. Gli edifici avranno l’aspetto di un insieme unitario che instaura un dialogo aperto con le costruzioni circostanti.

CIMITERO DI ULRIKSDALS  – EDIFICIO DI SERVIZIO

Località: Stoccolma, Svezia
Uso dell’edificio: servizi
Periodo di costruzione: 01/2010 – 01/2011
Riconoscimenti/Pubblicazioni: Concret architect of the year 2012 • Best Nordic Building 2011, candidatura • A+U 12, 04 • Arkitektur, 04/2013 • aMag 05/2014

L’edificio di servizio consta di due volumi differenti – realizzati in due materiali differenti, legno e calcestruzzo – che si contengono a vicenda. All’incontro dei due volumi il percorso di attraversamento prende le forme di un corpo scala in calcestruzzo gettato in opera che costituisce il punto di snodo tra gli ambienti delle officine, dell’amministrazione e dello staff. L’edificio è interamente realizzato in materiali autenticamente sostenibili, sui quali i segni dell’età assumeranno un aspetto naturalmente bello. Tracce e difetti del processo di getto del calcestruzzo sono resi visibili su scale e pavimenti. Gli elementi della facciata in calcestruzzo prefabbricato mostrano la loro doppia superficie, quella levigata all’esterno e quella maggiormente ruvida rivolta all’interno. In maniera analoga, i fronti esterni in legno e le pareti interne sono interamente costruiti con lunghe tavole di abete, trattate all’esterno con uno strato di olio di semi di lino ma lasciate grezze all’interno.
Il sistema di ventilazione passiva è naturale; quello di riscaldamento è di origine geotermica. Il tetto giardino è piantumato in sedum, mentre gli elementi di dettaglio sono in zinco. La facciata del cortile interno – con la sua porta arretrata – e le finestre del volume degli uffici danno forma a un ambiente di lavoro quieto e offrono l’opportunità di guardare all’interno dell’edificio dell’amministrazione.
Questo è un luogo per tutte le fedi e per questa ragione si rivolge al tema del passaggio tra la vita e la morte da un punto vista umanistico piuttosto che religioso. È col pensiero rivolto a coloro che vi lavorano, che si vuole una struttura  caratterizzata da un certo decoro, capace di offrire ambienti belli, con un illuminazione naturale e prospettive visive ben bilanciate.
L’edificio si integra nella ricca e magnifica natura del luogo. Il suo angolo si apre verso nord-ovest, mentre il volume delle officine, puntando in direzione della futura cappella, si protende verso il declivio sul quale crescono alberi di quercia. La lunga facciata in calcestruzzo, con il suo effetto materico in rilievo, si distende a creare una quinta scenica per il cimitero e, così facendo, preserva la sua tranquillità dalle attività che si svolgono nel cortile interno. Il complesso dà forma a una delle vie d’accesso al parco e al cimitero stesso. Questo è un edificio che, pur non nascondendo la sua natura funzionale e attingendo a motivi industriali, esprime un carattere calmo e fiero che risuona con il disegno libero del cimitero.

LA CATTEDRALE

Località: Linköping, Svezia
Uso dell’edificio: ufficio, atelier, eventi culturali
Periodo di costruzione: 01/2012 – 01/ 2014
Riconoscimenti: Associazione degli Architetti Svedesi, Premio Östergötland 2014, vincitrice • Mies van der Rohe 2015, condidato
Pubblicazioni: Lotus “City as nature”, 2015 • Domusweb • Arkitektur, 6/2014 • Kritik, 25 /2014 • Form magazine, 5/2014

La Cattedrale – un complesso di atelier per progetti audiovisivi – è una struttura che funziona all’interno delle tensioni che si generano tra due paesaggi radicalmente differenti, sia per forma che per concezione.
I materiali  stessi in cui è costruito l’edificio possono essere trasformati nel corso del processo di evoluzione delle attività che ospita. Essi si lasciano modificare attraverso la rielaborazione e l’aggiunta di nuovi strati. Questa attitudine alla trasformazione rende la costruzione durevole nel tempo. La struttura interna in calcestruzzo fornisce un’ampia massa termica che contribuisce alla stabilità del clima.
La Cattedrale sorge sulla linea di confine tra la natura intatta del canneto che la circonda e la tecnologia. Il sito è infatti caratterizzato dal parco scientifico di Mjärdevi, con i suoi edifici di ampie dimensioni  e un’area intermedia, tra il volume principale e l’area delle infrastrutture, dove sono cresciuti il canneto e gli acquitrini.
Tanto la posizione quanto la concezione del nuovo edificio sono conseguenza di questo contesto, nel cui ambiente costruito la struttura si incunea, aprendosi però al paesaggio circostante sia in pianta che in sezione.
Il volume in sé conchiuso – e in una certa misura segreto – della Cattedrale offre il suo ingresso dalla parte opposta rispetto alla posizione degli edifici circostanti. Esso ospita spazi per l’elaborazione di progetti audiovisivi dimensionati e articolati a seconda delle esigenze di invenzione, verifica ed esposizione al pubblico. L’interno del volume è uno spazio chiuso che favorisce la concentrazione su suoni e immagini. Qui hanno luogo eventi culturali e artistici, così come esposizioni , happenings e altre occasioni di incontro  in cui I visitatori provenienti da tutto il mondo possono sentirsi parte integrante dell’ambiente umano e fisico. All’interno dell’edificio, lo spazio centrale, ampio e aperto, si collega con ambienti più piccoli pensati per favorire la privacy necessaria al lavoro creativo.

La forma plastica dell’edificio in materiale impermeabilizzante grezzo, calcestruzzo e compensato d’abete definisce uno spazio di lavoro la cui essenza si manifesta pienamente all’interno del volume. La sua cifra scultorea  ne garantisce l’intellegibilità,  sia rispetto al luogo che al programma per cui è sorto: esso crea uno spazio in cui raccogliersi e trovare concentrazione nel corso del processo di lavoro, mentre è poi lo spazio interno che trova le  sue modalità di interconnessione con il paesaggio, dando vita a un luogo che instaura uno stretto legame con la vastità dello spazio circostante.

GALLERIA D’ARTE LILJEVALCHS – CONCORSO INTERNAZIONALE A INVITI

Località: Stoccolma, Svezia
Uso dell’edificio: Galleria d’arte
Periodo di costruzione: 01/2013 – 12/2013
Riconoscimento: menzione d’onore

Il nuovo ampliamento del Liljevalch si connota esplicitamente come parte integrante del luogo in cui è inserito. È un volume scultoreo con una sua chiara identità. L’ampliamento interagisce direttamente con il corpo preesistente del Liljevalchs, compatto e in sé conchiuso. Ne reinterpreta l’architettura e la struttura, imprimendo al luogo un segno scultoreo di forte contemporaneità. Assieme al Blå Porten, il suo caffè all’aperto, il Liljevalchs individua nello spazio urbano un sistema coerente, con dei confini ben definiti, entro i quali i diversi volumi e scale di grandezza danno vita ad ambienti che – siano essi rivolti verso l’interno o verso l’esterno – si relazionano in maniera esplicita con il complesso della Galleria d’arte e con la città. Il nuovo ampliamento è definito a partire dagli elementi primari che caratterizzano le strutture circostanti e dalla grammatica che li innerva.
Il progetto possiede evidenti punti di forza in merito a sostenibilità, convenienza economica, funzionalità e sicurezza. L’intero volume e l’atrio d’accesso fungono da involucro isolante per il vecchio edificio, mentre la facciata rivolta a sud è schermata, in maniera tale da ridurre al minimo l’utilizzo di sistemi di raffreddamento. La rampa, a sua volta, protegge la hall di ingresso dalla luce solare diretta, evitandone un eccessivo surriscaldamento. Il suo involucro esterno pieno consente all’edificio un efficace controllo climatico.
Un basso muro in cemento, che sulla piazza antistante offre la possibilità di sedere e riposare, consente al nuovo edificio di abbracciare il volume esterno della struttura preesistente. Quello in cui è inserita la nuova Gallerie d’arte è un luogo di contatto tra scale dimensionali differenti, tra vecchio e nuovo, tra istituzioni culturali e luoghi di intrattenimento. Il sito si apre generosamente sulla baia di Stoccolma e si college con un nuovo molo.
Gli ambienti per lo staff sono disposti attorno all’atrio di ingresso con l’obiettivo di offrire un’adeguata luce naturale, evitare l’esposizione diretta alla luce solare e ottimizzare i flussi di lavoro. Ambienti di pausa, riposo e incontro sono collocati in continuità con gli uffici. La sala riunioni può ospitare fino a 30 persone. Essa è disposta lungo la terrazza esterna, dalla quale riceve la sua luce naturale.
La scelta dei materiali ,così come l’organizzazione spaziale, si collocano con coerenza nella tradizione del luogo e nella storia del Liljevalchs. La struttura in calcestruzzo armato che sorregge il soffitto a cassettoni della hall di ingresso, i lucernai rivestiti in rame, i dettagli in legno e le ampie aperture vetrate che connotano l’edificio preesistente sono stati compresi e riflessi nel carattere della nuova costruzione.

BIOGRAFIA

Stoccolma, 12 gennaio 1967

Tra le mie opere figurano il Kivik Art Center, vincitore di diversi premi, e La Cattedrale, un atelier per inventori. Ho studiato al Royal Danish Academy of Fine Arts di Copenaghen e miei lavori sono stati esposti in molte occasioni, incluse le due edizioni della Biennale di Architettura di Venezia del 2012 e del 2014. Le mie opere sono state ampiamente pubblicate in molti volumi e riviste di riferimento. Attualmente sto lavorando a un libro che mira a esaminare gli elementi base del costruire per accrescere la comprensione dei valori dell’architettura. Numerosi contributi che compongono quest’antologia di elementi architettonici sono ottenuti mettendo a confronto l’esplorazione di progetti costruiti e l’analisi di modelli, testi e disegni. Il progetto editoriale è concepito come contributo a un’analisi innovativa dell’architettura nordica. Sono docente e ricercatore esterno presso la facoltà di Architettura della KTH, l’Istituto Reale di Tecnologia di Stoccolma, nonché membro del collegio esaminatori presso la Aerhus School of Architetture, la Kolding School of Design e la Scuola di Architettura, Design e Conservazione dell’Accademia delle belle arti di Copenaghen. Sono membro della giuria in concorsi prestigiosi, tra i quali il Premio Kasper Salin 2015-2016, assegnato dall’Associazione degli Architetti Svedesi.

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