Mikou Studio: Salwa Mikou, Selma Mikou – Nominees arcVision Prize 2016

Mikou Studio – Salwa Mikou  Selma Mikou (Francia)

Le franco-marocchine Salwa Mikou e Selma Mikou nascono e crescono a Fez, dove subiscono l’influenza dei contrasti di luci e ombre della città di Medina (la più estesa al mondo).

Il ricordo di quell’esperienza le accompagnerà nel corso della formazione, prima attraverso l’approfondimento del lavoro di grandi maestri moderni e quindi con l’esperienza diretta negli studi di due di loro: Renzo Piano per Selma e Jean Nouvel per Salwa. Fondato Mikou Studio a Parigi, le due progettiste si dedicano alla ricerca di un linguaggio capace di fondere elementi della contemporaneità con codici spaziali propri del paesaggio urbano e naturale del Nord Africa. Nella piscina Feng Shui a Issy les Moulineaux, in Francia (2015), lavorano sul tema della fluidità degli spazi e sullo sfruttamento della luce naturale attraverso una serie di lucernari a “bolla”. www.mikoustudio.com  

VISION DELLE CANDIDATE

“MIKOU STUDIO è un luogo di creazione e sperimentazione in architettura e di interscambio disciplinare. Ogni progetto è un’opportunità per mettere in discussione e ridefinire il significato di un brief o di una funzione all’interno del contesto urbano, umano e sociale, al fine di dar vita a nuovi modi di vivere e a nuovi spazi di condivisione e incontro. Con il nostro studio, cerchiamo di dare rilevanza e di sfruttare al meglio le eccezioni culturali e le specificità ambientali e geografiche legate a ogni contesto, in maniera tale da poter arricchire la nostra risposta architettonica che, di conseguenza, non sarà mai globale e spersonalizzata, ma avrà sempre a che fare con i concetti di risonanza e continuità. Cerchiamo anche di integrare le risorse tecniche e strutturali al servizio dell’espressione architettonica, sviluppando involucri intelligenti e principi per facciate ecologiche e innovative. L’architettura ha un impatto allo stesso tempo umano e sociale. La sua vocazione è servire la società, inventare nuovi spazi per nuovi usi e trasformare il mondo. Lavoriamo a ogni progetto con l’obiettivo di renderlo un portavoce di una tale vocazione.

MikouStudio è stato recentemente selezionato per rappresentare il Marocco alla Biennale di Venezia del 2014, diretta da Rem Koolhaas sul tema “Fundamentals – Absorbing Modernity 1914-2014”. Questa panoramica su un secolo di modernità urbana ha rappresentato per noi l’opportunità di riallacciare il contributo del Marocco al suo repertorio primario di architetture storiche, attraverso landmark esemplari della sperimentazione sociale e progettuale sul tema dell’habitat e della sua trasformazione, da alloggio tradizionale della medina ai moderni ensemble collettivi. La mostra offerta dal padiglione marocchino ha instaurato un parallelo tra una traiettoria storica e una visione speculativa, prospettica, dell’habitat del deserto, in particolar modo nella regione del Sahara occidentale. Una localizzazione che implica il confronto con la trasformazione del territorio disabitato delle miniere estrattive in disuso presso Boucraa, nel Sahara.”

DATI DI PROGETTO

BOUCRAA, Città invisibile, Abitare il deserto, Padiglione del marocco, Biennale di Venezia

Il drappeggio del territorio
Il nostro progetto esplora le tracce impresse dall’attività estrattiva presso Boucraa – città del deserto del Sahara a 100 di distanza in direzione sud-ovest da Laâyoune – e propone di trasformarle e rivitalizzarle con lo scopo di creare le condizioni necessarie a ospitare la vita, innescando un processo rigenerativo che ripristini le caratteristiche naturali di un suolo ampiamente sfruttato. Il paesaggio è abitato da un drappeggio di ondulazioni, pieghe e cavità, risultato dell’estrazione di minerali grezzi dal suolo, e attualmente consiste delle colline artificiali e dei solchi di terra rivoltata dall’attività estrattiva. Il progetto prefigura rilievi e topografie tali da dare consistenza materiale a spazi prima impossibili o impensabili. Spazi aperti verso il cielo, il sole e la luna, scavati nella terra come una tessitura di stelle, un ordito fatto di pieni e vuoti, che costituirà l’aspetto immaginario di una città invisibile.

L’esperienza dei limiti
Boucraa, dunque, è una città invisibile. Una città scavata per molti livelli al di sotto del tortuoso ordito del suolo, che segue la topografia artificiale generata dalle miniere. Scritta all’interno dell’archeologia delle tracce, e intrecciata come un merletto fatto di rocce, pieghe e cavità, orientate verso il paesaggio al di sotto delle colline e dei solchi, essa può essere vista solo attraverso le sue porte, concepite come torri di avvistamento sui balconi di un vasto paesaggio. Questa città invisibile, fatta di una concatenazione stratificata di pieghe e orifizi, si poggia sul rilievo e sulla geografia, al fine di creare un habitat nel deserto che si ponga in continuità con l’habitat delle case scavate nella roccia. È una riscoperta delle caratteristiche edeniche dell’oasi che prende forma coltivando giardini nel cuore di un paesaggio di dune, ed evoca un “benessere ecologico” strappato alle estreme condizioni della natura del deserto.

Dall’estrazione alle miniere verdi 
Abitare il suolo – un ambiente a impatto ecologico quasi nullo
Abitare il suolo di per sé consente il ritorno alle fonti dell’habitat, il ripristino della simbiosi con l’ambiente circostante. Dal punto di vista climatico, il suolo consente di isolare la casa dalle oscillazioni termiche. Esso offre un involucro dalla temperatura virtualmente costante per tutto il corso dell’anno. Scavata nel terreno, la casa è già dotata di una protezione naturale, che la tiene in un equilibrio igro-climatico ideale. Il suolo, dunque, può essere considerato come un filtro climatico che isola e protegge.
Cavità ritagliate all’interno del suolo danno vita a volumi abitabili, alimentati da sistemi di tubazioni che corrono attraverso le pareti per fornire calore e refrigerio a seconda delle necessità. Questi sistemi attivano l’inerzia termica del suolo e lavorano con il principio naturale della transizione di fase. Essi sono emettitori di energia collegati a fonti naturali, come l’energia solare e il sistema lunare.

 

PISCINA FENG SHUI

Località: Issy les Moulineaux, Francia
Tipo d’intervento: progetto architettonico e design d’interni
Uso dell’edificio: piscina coperta, health club, solarium, campi da squash, sauna, hammam, attività sportive
Periodo di costruzione: settembre 2013 – giugno 2015
Riconoscimenti/Pubblicazioni: Silver Trophy “Cadre de Vie” 2015 Fimbacte Award; « Isséen d’Or » 2016 ; Domus -Frame- Icon- The Plan

Una piscina all’interno di un continuum spaziale
Abbiamo progettato la piscina Fort, vicino  Paris, nel segno della fluidità e dell’apertura. Lo sviluppo degli spazi dà priorità alla trasparenza e alla profondità dello sguardo, associate a un ottimo uso della luce naturale. Tutte le facciate sono aperte e accessibili, e i vari elementi funzionali che compongono la struttura sono organizzati in forma di bolle luminose e colorate, fluttuanti all’interno del continuum spaziale. La logica compositiva aiuta a identificare con precisione tutte le funzioni comprese nell’edificio, assegnando a ciascuna di esse una visibilità ben riconoscibile e una forte identità.
Il programmA include una piscina di 25 metri, una vasca di svago, un centro benessere con hammam  e sauna, un centro fitness con stanza body-building, campi di squash, spogliatoi, una caffetteria, un solario interno e uno esterno in copertura.

Un solarium in copertura
L’idea progettuale enfatizza l’importanza della copertura come elemento chiave per l’intera struttura, collocandovi un solarium accessibile attraverso una rampa interno/esterno che corre lungo la hall e collega l’interno dell’edificio alla sua quinta facciata.

Una doppia pelle ondulata
L’involucro è stato progettato per attenuare l’effetto di una volumetria sviluppata in lunghezza, e introdurre variazioni prospettiche a seconda dei punti di vista. Tutte le pareti esterne sono rivestite di fasce di legno ondulate e dorate, che rievocano i movimenti circolari sulla superficie dell’acqua e offrono una citazione della circolazione di flussi di energia: il Feng Shui.

SCUOLA SUPERIORE E GINNASIO JEAN LURÇAT

Località: Saint Denis, Grand Paris, Francia
Tipo d’intervento: progetto architettonico e design d’interni
Uso dell’edificio: isitituto scientifico e tecnico, catering, collegio scolastico, ginnasio, alloggi per lo staff
Periodo di costruzione: marzo 2011 – marzo 2013
Riconoscimenti/Pubblicazioni: Archi Design Club Award 2015; D’A, The Plan, C3, Archistorm, Domus

Il Jean Lurçat Collège di Saint Denis sorge alla congiunzione di due tessuti urbani elementari: un’area disseminata di manufatti indipendenti di altezza ridotta che, pur disarticolata nella forma, costituisce l’identità del quartiere e crea un ambiente urbano amichevole e a dimensione umana, affacciato su Rue Diderot e Rue d’Alembert; e il Parc des Sports, al principio del parco urbano La Courneuve, che offre alla scuola una prospettiva aperta e un forte legame con le aree verdi e i giardini della città.
La scuola è dunque al centro di un’area circondata da spazi verdi e, contemporaneamente, molto vicina al quartiere residenziale di edifici bassi che la circonda. La sfida implicita nel progetto risiede nella necessità di integrare la nuova struttura all’interno del contesto – senza che essa copra però il paesaggio del parco – e collegarla, contemporaneamente, alla scala domestica e materna del quartiere residenziale, in maniera tale da rendere la scuola una delle componenti principali del paesaggio urbano.

La disamina di queste esigenze ha condotto a un progetto che prefigura la scuola come una concatenazione, all’interno di un’area verde, di volumi o ali autonomi ma interconnessi. Questi blocchi, orientati lungo l’asse nord-sud al fine di catturare il massimo di luce solare, sono disposti delicatamente nel contesto, assecondando la curva che forma il margine del parco. Essi sono collegati da spazi filtro che si aprono in patii verdi, dai quali si gode una vista libera del parco sportivo, e da tetti di metallo piegati in forme ondulate, che proteggono i patii dall’eccessivo soleggiamento estivo, creando un microclima ideale per i giardini terrazzati. Per quanto riguarda il trattamento architettonico degli elementi in metallo, al tetto è applicato lo stesso principio estetico valido per i volumi degli edifici, realizzato attraverso l’introduzione di variazioni di ritmo nelle piegature, tali da creare modulazioni colorate nei giochi di luce che caratterizzano le facciate di ciascun corpo di fabbrica.

La configurazione in blocchi separati consente di donare un’identità propria a ciascuna struttura didattica, e creare un’ampia varietà di scorci visuali e punti di vista dall’interno della scuola. Anche da Rue Diderot, il complesso si rivela in una maniera delicata e ben integrata nel paesaggio verde, che ne risulta valorizzato. La specificità dei singoli blocchi è sottolineata ancor di più dalle variazioni espressive e tonali dei rivestimenti esterni, che danno vita a una modulata e vivace varietà d’aspetto su Rue Diderot. Tutti i rivestimenti esterni sono realizzati in lamiera d’acciaio inox, lucidata in gradi variabili e assemblata in elementi orizzontali e verticali, con un rivestimento ulteriore in rame per i blocchi aule. Tutti i volumi sono forniti di finestre ad angolo e triplo orientamento, assicurato dalle aperture laterali sui giardini terrazzati.

Photocredits – Scuola Superiore e Ginnasio  Jean Lurcat: Mikou Studio, Florian Kleinefenn

REINVENTARE PARIGI

Località: “Place d’Italie”, 13esimo arrondissement, Parigi
Tipo d’intervento: nuova costruzione
Uso dell’edificio: hotel con 200 stanze, negozi Pop-Up, spazi coworking, attrezzature per il gioco, ristoranti, lounge, bar
Periodo di costruzione: 2016, in corso di progettazione
Riconoscimenti/Pubblicazioni: seconda fase del concorso, esposizione al Pavillon de l’Arsenal

L’edificio è prospiciente un’ampia esplanade pubblica, vicina al centro commerciale “Italie2“, nel 13esimo arrondissement di Parigi.
In un ambiente urbano caratterizzato da blocchi a torre, il progetto propone il concept innovativo di “città pensile”, sovrapponendo molteplici attività proiettate sullo spazio della strada.
La proposta elabora il concept di una strada verticale che si sviluppa verso l’alto, come a Hong Kong, dando vita a un ritmo vitale urbano tale da trasformare Avenue d’Italie, assieme all’intera area circostante, in un luogo vivo e vibrante. Come la “New Babylon” delineata da Constant, una sorta di “città sociale” che spinge le persone a una più stretta interazione, la nostra idea prefigura una costruzione spaziale che si solleva chiaramente al di sopra della strada, come una sorta di ponte pedonale, offrendo un’ampia varietà di usi all’interno di un’ambientazione dalle qualità paesaggistiche, ulteriormente sottolineate dalle sedute da cui traguardare il panorama della città.

Il concept di strade verticali conduce a un edificio multifunzionale che offre un’ampia gamma di usi – hotel, area per il gioco collettivo di adulti e bambini, negozi “pop-up” creativi e temporanei, food stores, attività sportive, una promenade verde sopraelevata, un giardino verticale in prosecuzione dello spazio pubblico, teso a promuovere la dinamica sociale.
Il tema del gioco è presentato qui in un’ampia gamma di variazioni. Esso mira a creare sinergie transgenerazionali, promuovere incontri e interazioni tra persone di diverse età e provenienza sociale.
La strada all’interno dell’edificio è essa stessa un elemento di svago: in primo luogo per la presenza di scale verdi panoramiche, valorizzate da sedute da cui ammirare il panorama della città, e poi per il ruolo svolto dalle sculture-gioco, collocate su un’ampia terrazza pensile di fronte al ristorante e, infine, per le esuberanti scale che conducono alla promenade sopraelevata, sulla quale affacciano sia l’area dedicata al gioco culturale che l’hotel.

Uno straordinario scivolo per bambini indica l’area dedicata al gioco, e può essere utilizzato dai più piccoli per scivolare dal giardino in terrazza giù verso la promenade, riconnessa a sua volta con lo spazio della strada urbana sottostante attraverso un corpo scale.
Progettato come un cluster di moduli impilati che arretrano e si protendono alternatamente, l’edificio dell’hotel assume le sembianze di una nuvola sospesa sulla strada.
Un’esperienza eccezionale attende dunque i parigini che, da una promenade verde sopraelevata, potranno ammirare la pregevole silhouette di Avenue d’Italie e lo spettacolo unico offerto dalla frenetica vita della città.

BIOGRAFIA

Fez (MAROCCO), 9 giugno 1970

Come architetti noi siamo allo stesso tempo marocchine e francesi. Cresciuta a Fes, poi a Casablanca, sin dai primi anni di vita abbiamo sviluppato un legame profondo con l’architettura e lo spazio urbano. Noi siamo sorelle gemelle nate a Fez, una città imperiale con un’architettura imponente. Abbiamo trascorso l’infanzia all’interno della medina, con i suoi dedali e labirinti e i suoi contrasti di luci e ombre. Questo ha plasmato il nostro senso dello spazio. Successivamente, negli anni della scuola superiore a Casablanca, abbiamo scoperto un autentico laboratorio di architetture moderne, con opere straordinarie di Henri Prost, Michel Ecochard, Georges Candilis, Shadrach Woods e Jean François Zevaco, che hanno trasformato Casablanca in un modello paradigmatico delle sperimentazioni urbane del XX secolo. Grazie a questi edifici, che si sono affermati come punti di riferimento all’interno del tessuto urbano, abbiamo percepito la capacità dell’architettura moderna di calarsi all’interno di un contesto culturale e sociale specifico e, soprattutto, la sua vocazione a essere espressione di una cultura al servizio della società.

Confortate da questa convinzione, abbiamo studiato architettura a Parigi, presso la Paris Belleville School of architecture, ottenendo la laurea nel 2000. Alla metà degli anni ‘90, ancora studentesse universitarie, abbiamo continuato la nostra ricerca sulle tracce della modernità in architettura e delle sue espressioni locali, attraverso opere come quelle di Alvar Aalto in Finlandia, Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz in Svezia, Alvaro Siza in Portogallo e anche Peter Zumthor in Svizzera. In questa ottica, il nostro progetto di laurea sulla ricostruzione della Grand Mosque di Parigi, nel quinto arrondissement, ha rappresentato l’opportunità di mettere in discussione la moderna espressione degli edifici religiosi islamici nella Parigi del XXI secolo.

Dopo la laurea, la nostra esperienza professionale si è svolta principalmente in due grandi studi internazionali, quello di Renzo Piano per Selma (dal 2002 al 2005), e quello di Jean Nouvel per Salwa (dal 2001 al 2006). Queste due scuole di pensiero sono tanto differenti da risultare complementari. Qui abbiamo imparato, da un lato, ad affinare sensibilità e percezione, l’aspetto visivo di un edificio e la sua atmosfera, e dall’altro, a renderlo solido attraverso la chiarezza della struttura e il senso delle proporzioni. Nel 2006 abbiamo fondato il nostro proprio studio professionale, Mikou Studio, a Parigi, dove coltiviamo la nostra apertura al mondo, e la nostra fame di trasformazione senza limiti. Attualmente stiamo sviluppando progetti in Francia, ma anche in Morocco, Hong Kong e Congo.

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