Plasma Studio: Eva Castro, Ulla Hell – Nominees arcVision Prize 2016

Plasma Studio (Gran Bretagna/Cina/Italia) Eva Castro, Ulla Hell.

La capacità di modellare non solo le forme, ma le idee, i profili culturali e naturalmente le rispettive immaginazioni alimenta gli architetti Eva Castro, argentina, e Ulla Hell, italiana, e prende corpo nella multiforme attività del loro studio, non a caso chiamato proprio Plasma.

Plasma Studio (Great Britain China Italy)

In particolare l’attività di ricerca urbana, lo studio dei processi di urbanizzazione e del rapporto tra la città e il paesaggio e il controllo dei progetti su larga scala messi a fuoco da Eva Castro si incontrano con la capacità di Ulla Hell di controllare la piccola scala e il rapporto con i materiali e la traduzione dei linguaggi architettonici locali. I codici della loro architettura, fatti da forme sfaccettate e minerali, si estendono attraversando latitudini e destinazioni funzionali: da una piccola palazzina residenziale a Sesto Pusteria (2012) alla riqualificazione per l’International Horticultural Expo di una vasta area della città di Xi’an, in Cina (2011).  www.plasmastudio.com

VISION DELLE CANDIDATE

“Ripiegando lo spazio nello spazio, lasciamo che il paesaggio si riveli negli edifici, le strade nelle facciate, in un processo che avviene dall’interno verso l’esterno. Le nostre tettoniche trasformative pongono spazi, superfici e corpi in relazioni inaspettate, che sfidano le topografie convenzionali e i codici spaziali: un’architettura fatta di traiettorie e slanci, che fornisce una risposta alle specificità del contesto locale e alle possibilità di interazione che esso offre. Il termine πλάσμα “plasma”, dal greco antico, definisce “ciò che è creato o modellato”, ma anche “l’immaginazione, l’invenzione”.  In fisica lo stato di plasma – o quarto stato della materia – descrive una condizione unica della materia che si presenta come un complesso strato di forze esterne. Il plasma, uno stato di particelle cariche, conduce energia. 

Da Pechino, Hong Kong, Londra e Bolzano ci impegniamo affinché il locale entri in contatto con il globale, incentivando le sinergie attraverso un lavoro che si svolge a diverse scale di grandezza: dal design di oggetti d’arredo e istallazioni a un ampio ventaglio di edifici, progetti urbani e masterplan.

Una struttura critica fondata sul primato del progetto e un approccio inclusivo consentono di affrontare i limiti delle condizioni discrete, delle topografie convenzionali e dei codici spaziali. Dal bisogno di conduttività e complessità scaturiscono tettoniche trasformative e nuove relazioni che rispondono direttamente alle specificità del contesto locale.  Il nostro lavoro tende a esplorare la capacità dell’architettura di farsi tramite tra ciò che, da un lato, è globale, caratterizzato da sistemi e forze che sono contemporaneamente urbane e naturali, e ciò che, dall’altro, attiene alla sfera dell’esperienza soggettiva, individuale e corporea. Quanto essa riesca a rendere visibili strutture che sono infinitamente pragmatiche e poetiche e, per estensione, quanto riesca a evocare un ambiente che sia più vivo e partecipato.”

DATI DI PROGETTO

CASA DOLOMITENBLICK

Località: Sesto, Italia
Tipo d’intervento: housing + interior design
Uso dell’edificio: residenziale
Periodo di costruzione: 08/2010 – 07/2012
Riconoscimenti/pubblicazioni: 2013, European Copper in Architecture Awards Winner Architizer 2013 , categoria: residenziale

L’edificio sorge lungo un pendio delle Dolomiti, al margine di una zona residenziale.
La conformazione volumetrica è in parte dovuta agli elementi funzionali necessari a ospitare sei appartamenti indipendenti, serviti da un nucleo distributivo comune. L’accesso principale e la divisione verticale tra le unità abitative assumono l’aspetto di una profonda incisione, che articola il volume in due metà. Al di là delle sue connotazioni funzionali, questa incisione diviene il segno distintivo del manufatto. Su entrambi i lati del taglio si dipartono le fasce orizzontali che compongono le balaustre degli ampi balconi coperti che, in questo modo, tendono a fondersi con le linee del paesaggio circostante. Assecondando l’andamento naturale del declivio, il segno orizzontale dei balconi si sposta indietro a ogni piano, e con esso l’intera facciata arretra verso l’alto.
La struttura è composta da 6 ampi appartamenti, tutti con un affaccio rivolto verso sud e verso il panorama delle montagna. Ogni unità gode del massimo della privacy, in virtù dell’articolazione dell’edificio in due parti e grazie alle balaustre gradonate dei balconi, che impediscono la vista sia dai piani superiori sia dall’esterno. La zona living interna si proietta verso l’esterno attraverso una terrazza coperta, rivolta in direzione del sole e del panorama, che termina in un piccolo giardino privato. Sia l’interno che l’esterno della zone living sono definiti dal rivestimento in legno di larice locale. Le finestre a tutt’altezza consentono di ottimizzare la vista del panorama e l’esposizione ai raggi solari, mentre l’aggetto del balcone superiore, insieme alle tende parasole montate all’esterno, consente di ridurre al minimo il surriscaldamento durante i mesi estivi.
Il nucleo distributivo comune è concepito come una continuazione della profonda incisione verticale. Nei suoi spazi interni, di dimensioni compatte, è replicata l’applicazione del legno di larice del medesimo codice cromatico che caratterizza la facciata.

Photocredits – Casa Dolomitenblick: Photogrephers © Holger Kehne and Hertha Hurnaus

GIARDINO SOMMERSO

Località: Pechino, Cina
Tipo d’intervento: architettura del paesaggio
Uso dell’edificio: giardino per esposizioni
Periodo di costruzione: 03/2013 – 06/2013

Il concept del Sunken Ground mira a dar vita a un’esperienza intima e allo stesso tempo intensa, associata alla contemplazione interiore e a un forte senso di armonia con l’ambiente. Sunken Ground  si rivolge alla tradizione del giardino Shouzou e ai suoi elementi fondamentali – come la roccia, che affiora e dà forma all’equivalente occidentale della grotta – poi riprende a viaggiare nello spazio e nel tempo, verso l’immagine dei giardini pensili e, ancora oltre, verso il principio del cortile scavato nel suolo (Sunken Courtyard). Il risultato è una combinazione di forti distorsioni del suolo e una percezione intensa delle tre dimensioni: avvolto tra cemento, acciaio e vegetazione, il visitatore è libero di esplorare microcosmi di straordinaria densità, racchiusi in una sequenza di elementi essenziali di paesaggio (pocket landscape) che si offrono come opportunità di riflessione, relazione e sommo godimento.

CONCETTO SPAZIALE: ARCHITETTURE DI CANYON E CORRIDOI
Dato lo sviluppo marcatamente lineare del sito, il primo obiettivo del progetto è stata la creazione di due corridoi paralleli all’asse principale. Il più lungo dei due conduce il visitatore attraverso l’esperienza intensa di sentirsi circondato da cemento e acciaio corten, per trovarsi infine immerso in un folto canopo di vegetazione. L’effetto canyon è ottenuto attraverso l’uso di vasi di grandi dimensioni, che delimitano il percorso e funzionano in sé come micro giardini o pocket landscape, in cui entrare o ammirare dall’esterno. Il secondo corridoio, che si dirama dal primo, accompagna il visitatore dalla sensazione di essere al di sotto del paesaggio al sentirsi al di sopra di esso. Questo effetto è ottenuto per mezzo di una lieve pendenza, che pone lo spettatore in una posizione leggermente più alta rispetto al grande vaso. L’effetto combinato costituisce un’inversione di quanto si attua lungo il corridoio principale, in maniera tale che i giardini pensili cedano il passo al giardino scavato nel suolo posto a est del corridoio. I due percorsi sono collegati tra loro attraverso una serie di terrazze verdi realizzate in materiali differenti, che generano una molteplicità capace di offrire una ampia varietà di esperienze.

MASTERPLAN / NUOVA STAZIONE FERROVIARIA

Località: San Candido, Italia
Tipo d’intervento: Masterplan e progetto architettonico
Uso dell’edificio: stazione ferroviaria, polo di interscambio, piazza pubblica, edifici polifunzionali
Periodo di costruzione: 06/2013 – in corso di realizzazione

Il Mobility Center (parte di un più ampio masterplan urbano) combinerà la nuova stazione ferroviaria con il terminal degli autobus, un deposito per biciclette e un parcheggio per auto localizzati nelle immediate vicinanze della zona pedonale del centro città. Spostare la stazione ferroviaria, avvicinandola al centro e riducendone il numero di binari, crea nuove opportunità per la mobilità e lo sviluppo urbano della città altoatesina.
Il MobilIty Center è formato da una nuova piazza pubblica, che funge anche da passaggio naturale per pedoni e biciclette al di sotto dei binari del treno. Il parcheggio per gli autoveicoli è sul lato nord, a pochi passi dal centro città. Il Mobility Center offre l’interscambio tra treni, bus, traffico autoveicolare e biciclette.
Prendendo spunto dalle caratteristiche topografiche del sito, la nostra proposta vede il nuovo Centro come un elemento naturale del territorio, con un’ampia piazza pubblica che si snoda dolcemente al di sotto della linea ferroviaria, dando forma a un nuovo asse di collegamento per pedoni e biciclette con la parte settentrionale di San Candido.
La piazza diviene così un polo attraverso cui il centro città si collega con le aree nord-occidentali e – attraverso l’interscambio tra i diversi mezzi di trasporto –  con molte località della periferia e oltre. Nel suo sviluppo essa ingloba le strade circostanti, assieme a due edifici vincolati, all’interno di un paesaggio ampio ma coerente. Il concetto relativamente nuovo di “spazio condiviso” – nel quale tutti i flussi di traffico hanno uguali diritti e possono interagire in maniera naturale – necessita di un’attenta distinzione nel trattamento delle superfici, tale da differenziare in maniera chiara zone e percorsi. Quest’obiettivo è raggiunto attraverso l’integrazione tra elementi specifici di arredo urbano e strategie di illuminazione. La piazza è costituita in gran parte da piccoli blocchi di granito tagliati in lunghezza, con elementi piani in legno e acciaio nero utilizzati per le sedute.

I GIARDINI FLUIDI di Xi’an – ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI ORTICOLTURA 2011

Località: Xi’an, Cina
Tipo d’intervento: architettura del paesaggio
Uso dell’edificio: cultura
Periodo di costruzione: 09/2009 – 04/2011
Riconoscimenti/pubblicazioni: Vincitore del Wallpaper Design Award 2011

L’Esposizione Internazionale di Orticoltura  è stato il punto di partenza per la riconfigurazione di una vasta area tra l’aeroporto e il centro storico di Xi’an, la città dell’Esercito di Terracotta che si è affermata come importante centro d’affari della Cina interna. La vittoria del concorso a inviti –  in collaborazione con lo studio GroundLab – è dovuta  a una visione radicale, proiettata nel futuro e imperniata sull’autosostenibilità: un paesaggio di Giardini Fluidi (Flowing Gardens) in cui acqua, vegetazione, architettura e mobilità si fondono in un sistema privo di interruzioni.
Il progetto annovera un padiglione espositivo (Creative Pavilion) di 5.000 mq, una serra di 4.000 mq e una struttura d’ingresso di 3.500 mq immersi all’interno di un paesaggio di 37 ettari, che ospita sia l’Esposizione Internazionale di Orticoltura sia un parco che ne perpetua l’eredità a servizio della città di Xi’an.
I Giardini Fluidi sono composti da molteplici percorsi sinuosi, che creano un fitto reticolo in cui si mescolano mobilità, paesaggio e acqua. La topografia esistente, con i suoi pendii, è stata utilizzata per ricreare l’effetto di percorsi simili a strade che si snodano attorno a montagne. I percorsi sono di larghezze diverse: variando dalle arterie principali ai vialetti e ai sentieri più piccoli. Gli spazi che si creano tra questi assi di collegamento ospitano varie tipologie di piante e aree acquitrinose, che garantisco una più semplice manutenzione. I tre edifici progettati, localizzati nei punti in cui si intersecano i percorsi principali, sono stati concepiti come poli di convergenza delle linee di forza del paesaggio.

BIOGRAFIA

EVA CASTRO
Mar Del Plata (ARGENTINA) 27/08/1969
ULLA HELL
Innichen (ITALIA) 12/02/1973

Eva Castro è direttore della Landscape Urbanism Unit presso la Tsinghua University di Pechino, nonché visiting professor all’Architectural Association di Londra, dove ha svolto attività di docenza in qualità di Diploma Unit Master e, a partire dal 2003, di condirettore del Master in Landscape Urbanism. Castro ha fondato gli studi Plasma e GroundLab. Il riconoscimento internazionale di cui gode è testimoniato dai numerosi premi ricevuti, tra cui il Next Generation Architects Award, il Young Architect of the Year Award e il Contract World Award.
Ulla Hell si è unita allo studio Plasma nel 2001. Dal 2003 ne dirige la sede italiana. Come responsabile di uno studio localizzato all’interno del paesaggio alpino, Hell concentra il proprio lavoro nel fornire risposta alle specificità del contesto locale, mettendolo in relazione con ambiti e prospettive globali. La sua attività progettuale e di ricerca è dedicata allo sviluppo di nuove strategie per tipologie e tecniche costruttive legate a contesti prettamente locali.
Castro e Hell hanno beneficiato di una relazione simbiotica sviluppatasi a partire dalla complementarietà che caratterizza gli ambienti in cui lavorano: dalla ricerca accademica di Eva, mirata a indagare i processi di urbanizzazione del Landscape Urbanism e le sue ricadute applicative in progetti di grandi dimensioni in Cina, alla scala “artigiana” di Ulla, legata invece a interventi ben mirati all’interno del delicato ambiente alpino. Indipendentemente dalla scala di grandezza e dalla localizzazione, i loro progetti traggono notevole beneficio dal dialogo che si instaura tra tali opposti approcci e sensibilità. Una dualità attraverso cui si stabilisce una delicata ecologia del lavoro (work ecology).
La loro opera è stata pubblicata ed esposta in tutto il mondo. Tra gli altri, l’Archilab’s ‘Naturalizing Architecture’ e altre esposizioni personali presso il DAZ (Deutsches Architektur Museum) in  Germania, e l’Architectural Association di Londra. Plasma Studio e GroundLab sono stati responsabili del progetto dell’International Horticultural Fair di Xi’an in Cina, inaugurata nel 2011; un paesaggio di 37 ettari con un’ampia varietà di edifici.

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