Cazú Zegers – Nominees arcVision Prize 2016

Cazú Zegers (Cile)

Anche nella situazione dell’architettura contemporanea, dove la cultura di un nuovo international style compenetra ancora gran parte degli edifici, Cazú Zegers si pone come primo obiettivo della sua attività progettuale e di ricerca la scrittura di un linguaggio architettonico che possa rappresentare appieno il Cile, in primis, e quindi tutto il Sud America.

 

cazu-zeger-photoPartendo dall’uso di elementi vernacolari e di soluzioni costruttive low-tech Zegers sviluppa così progetti di grande impatto espressivo. L’albergo sulle sponde del lago Sarmiento (2011) contiene molti elementi che si ripetono spesso nella sua architettura, come l’integrazione nel paesaggio, l’uso del legno a vista o le forme organiche, che lo fanno sembrare un grande fossile preistorico arenato sulla riva.  www.cazuzegers.cl

VISION DELLA CANDIDATA

Lo studio suggerisce un approccio all’architettura cilena che si estrinseca nella ricerca di soluzioni strettamente legate al territorio, al paesaggio e alle tradizioni costruttive locali. Si tratta di un processo vivo e continuo di riflessione poetica sul modo in cui abitiamo il territorio, che ha come obiettivo la ricerca di nuove forme espressive. L’idea di considerare la progettazione come l’espressione di un rapporto tra poesia e architettura è stata ispirata dal poema Amereida, nel quale si afferma che l’aver trovato l’America, e non l’India, fu per Cristoforo Colombo un dono inestimabile, pertanto noi, abitanti dell’America, dovremmo costruire un nuovo linguaggio basato su forme derivanti dal nostro patrimonio “latino”, accettare noi stessi come il fermento di una nuova cultura e dialogare con i paradigmi globali partendo da questa prospettiva. Cazú risponde all’invito con un “modo leggero e precario di abitare”, ovvero un’architettura a bassa tecnologia ma alto impatto espressivo, in grado di comprendere che il bene più grande del Cile e dell’America Latina è il suo territorio: “Prima di essere un paese, il Cile è il paesaggio” (N. Parra, poeta cileno). Per questo motivo lo sviluppo del Cile dovrebbe fondarsi sul turismo sostenibile, favorito  dagli “abitanti indigeni originari”. Il lavoro di Cazú procede dalla premessa che: “Il territorio sta all’America come i monumenti stanno  all’Europa”. Per questo motivo la sua architettura non è coercitiva, non vuole imporsi sulla natura ma solo  arricchirla con amore e devozione.

DATI DI PROGETTO

HOTEL DEL VENTO / Hotel Tierra PATAGONIA

Località: lago Sarmiento, XII Región, Cile
Uso dell’edificio: hotel & spa
Periodo di costruzione: settembre 2010 – ottobre 2011

L’hotel si trova all’ingresso del Parco Nazionale “Torres del Paine”, sulle sponde del Lago Sarmiento, che fa da piano d’appoggio ideale per lo splendido massiccio del Paine. La sua magnificenza lo pone in una relazione intima e immediata con il vasto territorio. La forma dell’hotel si fonde con il paesaggio metafisico senza interromperlo. Ricorda il fossile di un animale preistorico arenatosi sulla riva del lago, simile a quelli trovati e studiati da Charles Darwin. L’edificio sembra sorgere dalla terra, come una piega del terreno scolpita dal vento nella sabbia. È ancorato al suolo su pendii di pietra ed è completamente rivestito in pannelli di lenga slavato. Questa finitura dona all’hotel la lucentezza argentea, tipica dei vecchi fienili in legno usati per asciugare la lana. Gli spazi accoglienti sono strutturati secondo percorsi interni che permettono di vivere la costruzione in tutta la sua estensione. La continuità spaziale si riflette anche nei principi strutturali dell’edificio: la base è una struttura monolitica di 200 m in cemento armato, dove l’applicazione dei giunti di contrazione consente di creare un unico elemento strutturale. Un’altra innovazione tecnologica è il diaframma rigido costituito dal tetto dell’edificio, che collega tutti gli elementi verticali del soffitto senza introdurre elementi diagonali. Tierra Patagonia nasce da una visione sostenibile. La sua efficienza termica permette di ridurre i consumi energetici e i livelli di riscaldamento. Per minimizzare l’impatto sull’ambiente circostante, durante la costruzione la flora nativa è stata protetta. L’hotel si avvale di soluzioni tecnologiche per la riduzione del consumo di acqua, che grazie all’impianto di trasformazione può essere riutilizzata per l’irrigazione. E infine, incoraggiando l’acquisto presso i fornitori locali, aiuta l’economia locale.

PhotoCredits Hotel Tierra Patagonia: photographers Pia Vergara, Morten Andreson, James Florid, Christian Spies

CAPILLA DEL ESPÍRITU SANTO

Località: Puente Alto, Santiago, Cile
Uso dell’edificio: religioso
Periodo di costruzione: 2006

La cappella è stata progettata per una comunità povera di un quartiere periferico di Santiago, dove le persone vivono con gioia e serenità pur lavorando duramente. La comunità ha chiesto che la costruzione avesse l’aspetto di un tempio, con uno spazio circolare che permette di avvicinare l’altare alla gente e con ampi corridoi dove incontrarsi e chiacchierare. Come un giovane teologo ebbe a dire un giorno a Cazú: “La chiesa è l’espressione della comunità.” Un unico muro ascendente genera il gesto architettonico che plasma la chiesa; avvolgendosi su se stesso senza chiudersi completamente, per abbracciare i fedeli e metterli a contatto con il divino. La chiesa è sovrastata da un lucernario centrale che fa entrare la luce, simbolo stesso di Cristo. Le pareti giungono quasi a toccarsi, se non fosse per uno spiraglio che lascia entrare la luce e le fa rassomigliare alle mani benedicenti di Dio che accolgono la comunità. In termini di tecnologia edilizia, la realizzazione delle forme in calcestruzzo ha richiesto un livello elevato di competenze tecniche per riuscire a riprodurre le curve continue del progetto, senza modificare la vera natura delle forme. Le travi in legno lamellare definiscono la struttura centrale del lucernario ma mancano le colonne verticali, che interromperebbero la continuità della Chiesa. Sul piano strutturale l’edificio è diviso in due, e anche se la cappella esercita un momento torcente elevato, il suo comportamento in un territorio altamente sismico come quello cileno è stato impeccabile. Il comfort termico è dovuto ai fori presenti nel perimetro del pavimento e alle aperture nel lucernario, che permettono il passaggio dell’aria nelle calde giornate estive. L’acustica è stata realizzata con un semplice sistema in lattice, che ha permesso di eliminare il riverbero, poco consono a un edificio religioso, nonostante l’impiego del calcestruzzo e la particolare forma della cappella. Il livello di silenzio raggiunto permette al visitatore di entrare in uno stato di contemplazione, preghiera e riverenza. Il progetto è stato finanziato con risorse generose, che hanno permesso di realizzare la sua grande qualità spaziale. La chiesa è diventata un’affermazione architettonica di trasformazione sociale che ha migliorato l’autostima di un’intera comunità, nel cui cuore ancora oggi alberga un forte sentimento di appartenenza verso di essa, quasi avesse poteri taumaturgici.

INSEDIAMENTO DI UNA COMUNITÀ FAMILIARE: CASA SOPLO + CASA ESMERALDA

Località: Lo Barnechea, Santiago, Cile.
Uso dell’edificio: residenziale
Periodo di costruzione: Casa Soplo 2010-2011 / Casa Esmeralda 2013-2015

Si tratta di un insediamento familiare costruito in una straordinaria posizione urbana/territoriale ai piedi del Cerro Manquehue (la montagna che guarda Santiago). L’insediamento non vuole distinguersi per il suo stile architettonico, al contrario: Casa Soplo ha una facciata omologa a quella della casa vicina (la casa della sorella di Cazu, progettata dal premiato architetto Luis Izquierdo). Casa Soplo prosegue le linee della casa vicina creando un grande spazio aperto. Casa Soplo è stata concepita come un padiglione aperto sul paesaggio. Il retro della casa è anche l’ingresso, uno spazio chiuso da pareti curve. Le curve sono risolte da un doppio sistema di proporzioni auree che danno forma al sussurro. L’interno è un grande spazio aperto con due sistemi di circolazione, uno sul retro, sigillato nei confronti dello spazio pubblico, e uno che dà sul paesaggio, vicino alle finestre, e impedisce alle pareti di toccare le superfici vetrate. Si crea così uno spazio dinamico che non impone gerarchie ai suoi abitanti. In questa casa la vivibilità fluisce tra l’interno e l’esterno, tra l’orizzontale e il verticale, trasformando i 1400 m2 del sito in uno spazio illimitato con infinite possibilità. Il tetto è una quinta facciata, coperto da un terrazzo di legno che lo trasforma in un giardino belvedere e migliora anche l’efficienza termica della casa. Il giardino, simile a un paesaggio rurale piantumato adagiato su un sistema di terrazze curve che dialogano con le pareti curve dell’ingresso, ripropone il concetto di villa urbana. La progettazione degli interni è stata concepita per consentire l’incontro e il dialogo tra architettura e scultura. Casa Esmeralda appartiene alla madre di Cazu. I principi costruttivi sono gli stessi, ma in questo caso si basano sulla geometria dei cristalli di smeraldo, espressa principalmente nel cortile centrale ruotato e nella rilettura contemporanea della classica corte romana. L’edificio è una fusoliera di legno sollevata da terra con colonne di cemento inclinate che danno l’idea di una “foresta” e consentono di passare sotto la casa, dove è possibile sostare in uno spazio esterno coperto da cui si può ammirare il profilo delle montagne circostanti.

Casa Soplo: photographer Isabel Fernandez, Ana Maria Lopez + Casa Emeralda: photographer Cristobal Palma

RURALIZZAZIONE DI KAWELLUCO

Località: Pucón, regione IX, Cile.
Uso dell’edificio: residenziale
Periodo di costruzione: 1997

L’ubicazione precisa di ogni abitazione è stata stabilita da un ingegnere di ecosistemi, che ha anche deciso la suddivisione percentuale del lotto: 400 ettari ruralizzati e 600 ettari lasciati in uno stato di conservazione, per proteggere la foresta naturale. Le case, immerse nella natura, sono costruite con legno locale; non ci sono recinzioni artificiali né percorsi definiti tra le abitazioni. I sentieri in terra battuta collegano 12 diverse aree di interesse (il fiume, la foresta, ecc.), permettendo uno sviluppo senza mistificazioni, sempre a contatto con la natura.
Sono state progettati tre diversi tipi di unità abitative:

  • Galoft: un ibrido tra il loft americano e il tradizionale “galpón” cileno. Si tratta di una struttura molto semplice dove l’intervento progettuale è stato volutamente ridotto al minimo, per consentire a chi ci abita di completare lo spazio secondo i propri gusti. Il galoft è completo quando l’incontro nasce dalla conversazione.
  • Unità Conquest: è l’unità minima necessaria per conquistare il posto. Un luogo da vivere con le condizioni abitative più elementari. La sua principale risorsa sono i costi ridotti.
  • Casa-laboratorio: molti artisti sono interessati a questo tipo di dimora a contatto con la natura. La casa-laboratorio è un luogo dove si può vivere, ma anche sviluppare il proprio processo artistico-creativo.

Tutte le tipologie si basano sulla tesi della casa Cala, costruita utilizzando la forza lavoro e le conoscenze locali del processo di costruzione. L’edilizia sostenibile si basa sull’impiego di forme contemporanee in legno lavorato secondo la tradizione del luogo. L’acqua proviene dai corsi d’acqua locali. Inizialmente era stato proposto un sistema per la raccolta, la separazione e il riciclaggio dei rifiuti e l’adozione di pannelli solari per il riscaldamento, ma si trattava di soluzioni troppo costose per quel tempo, e pertanto sono state abbandonate.

Ruralizzazione di Kawelluco: Casa Carpa – photographer Carlos Eguiguren, Casa Cube, Casa Barn e Casa Cascara – photographer Guy Wenborne.

BIOGRAFIA

Santiago del Cile (CILE), 18 novembre 1958
Dal 1990 Cazú lavora come architetto indipendente. Il carattere dello studio Cazú Zegers è definito dalle scale dei suoi progetti, che vanno dall’oggetto (micro) al territorio (macro) o viceversa. Il desiderio di esplorare aree differenti della progettazione architettonica ha permesso a Cazu di spaziare dal design di lampade e mobili fino alla pianificazione territoriale e la gestione culturale tramite la “El Observatorio Lastarria Foundation”, per la quale ha sviluppato progetti di ricerca in diversi ambiti artistici. Come docente è molto nota sia in Cile sia all’estero. Il suo metodo artistico propone una contaminazione tra poesia e territorio da cui nascono il gesto, la figura e la forma, stabilendo così un nuovo paesaggio culturale attraverso l’architettura. Questo è il lascito del suo insegnamento e le sue idee rimangono impresse nella mente dei suoi studenti. Ha insegnato presso l’Università di Talca, ha tenuto laboratori presso la Pontificia Università Cattolica del Cile (PUC) e l’Università del Desarrollo. I progetti di Cazú Zegers danno vita a un’architettura caratteristica, espressa principalmente in edifici residenziali o di altro tipo, come la Capilla del Espíritu Santo, il Centro Cultural Alcalde Juan Estay, in progetti di ruralizzazione quali Kawelluco e in progetti multiculturali quali l’Arenales Ski Center e la Pewenche Route, dove lavora con le comunità indigene locali per dare un corpo fisico alla loro visione del mondo. Il suo lavoro comprende anche gli alberghi: il progetto Tierra Patagonia Hotel è l’esempio migliore di come sia possibile sviluppare un linguaggio contemporaneo con le incurvature del legno, alla ricerca di nuove forme architettoniche basate sul rapporto tra poesia e architettura nel territorio sudamericano.

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