Freespace: Yvonne Farrell e Shelley McNamara hanno intitolato la Biennale 2018

16. Mostra Internazionale di Architettura. 2018 (26 maggio – 25 novembre)
curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara

9 giugno 2017 – Yvonne Farrell, giurata arcVision Prize Women and architecturee Shelley McNamara, hanno intitolato la 16. Mostra Internazionale di Architettura Freespace e hanno motivato la loro scelta con le seguenti parole:

Courtesy of La Biennale di Architettura www.labiennale.org

«Freespace rappresenta la generosità di spirito e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio.

Freespace si focalizza sulla capacità dell’architettura di offrire in dono spazi liberi e supplementari a coloro che ne fanno uso, nonché sulla sua capacità di rivolgersi ai desideri inespressi dell’estraneo.

Freespace celebra l’abilità dell’architettura di trovare una nuova e inattesa generosità in ogni progetto, anche nelle condizioni più private, difensive, esclusive o commercialmente limitate.

Freespace dà l’opportunità di enfatizzare i doni gratuiti della natura come quello della luce – la luce del sole, quella lunare, l’aria, la forza di gravità, i materiali – le risorse naturali e artificiali.

Freespace invita a riesaminare il nostro modo di pensare, stimolando nuovi modi di vedere il mondo e di inventare soluzioni in cui l’architettura provvede al benessere e alla dignità di ogni abitante di questo fragile pianeta.

Freespace può essere uno spazio di opportunità, uno spazio democratico, non programmato e libero per utilizzi non ancora definiti. Tra le persone e gli edifici avviene uno scambio, anche se non intenzionale o non progettato, pertanto anche molto tempo dopo l’uscita di scena dell’architetto gli edifici stessi trovano nuove modalità di condivisione, coinvolgendo le persone nel corso del tempo.»

Il ruolo dell’architettura oggi

«Con il tema Freespace la Biennale Architettura 2018 presenterà al pubblico esempi, proposte, elementi – costruiti o non costruiti – di opere che esemplificano le qualità essenziali dell’architettura; la modulazione, la ricchezza e la materialità delle superfici, l’orchestrazione e la disposizione in sequenza del movimento, rivelando le potenzialità e la bellezza insite nell’architettura.

La mostra avrà una presenza spaziale e fisica su una scala e con caratteristiche tali da avere un forte impatto sul visitatore, comunicando la complessa natura spaziale dell’architettura.

L’esposizione propone un coinvolgimento emotivo e intellettuale dei molti visitatori che verranno alla Biennale, per comprendere l’architettura, stimolare il dibattito sui valori centrali dell’architettura e celebrare il contributo reale e duraturo che essa offre all’umanità. »

Siamo convinti che tutti abbiano il diritto di beneficiare dell’architettura. Il suo ruolo, infatti, è di offrire un riparo ai nostri corpi e di elevare i nostri spiriti. La bella parete di un edificio che costeggia la strada dona piacere ai passanti, anche se non vi entreranno mai. Lo stesso piacere lo offre la vista di una corte attraverso un portale ad arco o un luogo nel quale trovare un punto di sosta per godere di un po’ di ombra o una nicchia che offre riparo dal vento o dalla pioggia.»

I modelli di questa Biennale

«Quando Jørn Utzon ha pensato alla seduta all’entrata del Can Lis, a Maiorca, l’ha concepita modellandola perfettamente sul corpo umano per il suo comfort e benessere. A livello spaziale essa rappresenta una ‘parola’ di saluto e benvenuto.

Angelo Mangiarotti ‘dice’ la stessa cosa all’entrata del civico 24 di via Quadronno a Milano, in cui un corridoio in leggera pendenza con una seduta alla soglia dell’entrata vi ‘trattiene’ e vi dà il benvenuto mentre fate ritorno dalla città.

Lina Bo Bardi – [ Premio speciale arcVision Prize 2014  ] – solleva il museo di arte moderna di San Paolo per realizzare un belvedere affinché i cittadini possano godere della vista sulla città.

Il Palazzo Medici Riccardi a Firenze rappresenta potere e ricchezza, ma le sedute di pietra che formano la maestosa facciata esterna quasi rovesciano l’edificio. Così l’imponente parete esterna rappresenta anche un muro che racchiude uno spazio pubblico. La struttura solida sembra volgersi all’esterno assumendo un carattere generoso. »

« Consideriamo la Terra come un Cliente. Questa visione implica una serie di responsabilità a lungo termine. L’architettura è il gioco di luce, sole, ombra, luna, aria, vento, forza di gravità con modalità che rivelano i misteri del mondo e tutte queste risorse sono gratuite. »

Da parte sua il Presidente Paolo Baratta ha dichiarato:

«Come nelle precedenti edizioni della Biennale di Architettura procediamo la nostra indagine sul rapporto tra architettura e società civile. Lo scollamento tra architettura e società civile, e cioè la crescente difficoltà di quest’ultima a esprimere esigenze e predisporre risposte adeguate, ha condotto a fenomeni di urbanizzazione drammatici e caratterizzati da una gravissima assenza di spazi pubblici, o sviluppi governati dall’indifferenza come le periferie.

L’assenza di architettura impoverisce il mondo e riduce il benessere conseguito con lo sviluppo economico e demografico. Riscoprire l’architettura vuol dire tornare a esprimere un forte desiderio per la qualità dello spazio nel quale viviamo, una ricchezza da tutelare, da rinnovare e da creare. La prossima Biennale si muove su questa via.»

link

labiennale.org

graftonarchitects.ie

BIOGRAFIA

Yvonne Farrell, giurata arcVision Prize dalla prima edizione del 2013, insieme a Shelley McNamara, è fondatrice dello studio Grafton Architects, attivo a Dublino dal 1977. Sono entrambe membri del Royal Institute of the Architects of Ireland e membri onorari della Fellowship internazionale del RIBA.

Hanno raggiunto la popolarità a livello mondiale con la progettazione e la realizzazione dello spettacolare edificio per l’Università Bocconi di Milano, completato nel 2008. Il loro studio ha iniziato con la sperimentazione di un approccio sofisticato al Modernismo europeo per muoversi poi verso edifici pubblici di alto profilo (il Solstice Art Center, Navan, 2006; l’Ufficio dei Lavori Pubblici di Dublino, 2008).

Lo studio Grafton ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il Building of the Year 2008 per l’edificio dell’Università Bocconi e il Leone d’Argento della Biennale di Architettura di Venezia nel 2012. Yvonne Farrell e Shelley McNamara sono docenti presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio e professori a contratto allo University College di Dublino. Sono state Visiting Professor a Yale e alla Graduate School of Design di Harvard.

Tra i lavori dello studio: l’IMT University di Parigi/Saclay; la New City Library di Dublino e il Campus della UTEC University di Lima, in Perù presentato alla Biennale di Architettura 2016.

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