Sparch Architects: Rena Sakellaridou, Morpho Papanikolaou – Nominees arcVision Prize 2016

Sparch Architects (Grecia) – Rena Sakellaridou, Morpho Papanikolaou

Per Rena Sakellaridou e Morpho Papanikolaou, con il loro studio Sparch, gli edifici sono innanzitutto entità ibride.

Sparch Architects (Greece)

Non si tratta tuttavia dell’ibridazione linguistica che tanto contraddistingueva molti esperimenti dei primi anni Novanta, ma piuttosto di una ibridazione concettuale, “tra ciò che già esiste con ciò che è solo nascente”. Ogni edificio, in altre parole, si alimenta dell’osmosi tra il suo essere e la realtà che lo circonda: in questo senso le pratiche degli utenti diventano parte integrante del processo generativo dell’architettura. In lavori come il Gate di ingresso dell’Hotel Astir Palace ad Atene (2008) o l’istituto Plasma e Laser a Rethymno, Creta (2015), in particolare, appare evidente l’intersezione tra i linguaggi moderni dell’architettura anni Trenta e “l’esplosione” morfologica che caratterizza la contemporaneità e che si apre a mille interpretazioni.  www.sparch.gr

VISION DELLE CANDIDATE

“Architettura è poetica di spazio e forma congiunte in un tutto unico per mezzo dell’ordine architettonico, della materia e della luce.  Noi crediamo nell’intelligenza dell’idea, poiché è da essa che si genera quel processo attraverso il quale la poetica della composizione trova il modo di emergere in ciò che facciamo. C’è un tipo specifico di intelligenza all’interno di ogni problema, cui deve essere consentito di rivelarsi in superficie. Noi crediamo nella forza del concetto, poiché esso trasforma ciò che prima era soltanto un problema in qualcosa di vivo e autonomo.  Gli edifici sono degli ibridi. Essi nascono dall’incontro tra ciò che già esiste e ciò che ancora non è; dall’osmosi tra ciò che si trova all’interno e ciò che è fuori; dallo spazio interno – lo spazio-interiore – che dà a ciascuno di noi la sua propria identità, al suo incontro con ciò che esiste fuori, sia esso città o paesaggio, architettura, programmi, persone, e ancora oltre fino all’incontro con il tutto del mondo nella sua complessità. I nostri strumenti sono spazio e forma, geometria e materia. Il desiderio, così come l’idea, emerge lentamente. Il desiderio di esprimere cosa è che accende la scintilla della creatività ogni volta che si intravede un nuovo progetto. Oppure, il più profondo desiderio di liberarsi del superfluo per riuscire a vedere più chiaramente.”

DATI DI PROGETTO

INGRESSO E PORTICO, ASTIR PALACE

Località: Atene, Grecia
Tipo d’intervento: riconfigurazione dell’ingresso e nuovo cancello for hotel a 5 stelle
Uso dell’edificio: alberghiero, tempo libero
Periodo di costruzione: 2008
Premi/Pubblicazioni: Encomio Speciale, World Architecture Festival 2008; MIES VAN DER ROHE European Architecture Award 2009 (candidato); Manzione Speciale, Istituto Ellenico di Architettura, 2008

Un progetto per l’Astir Palace: cancello d’ingresso e portico
L’Astir Palace è un resort di lusso che sorge a 25 km dal centro  di Atene. Nel corso della recente ristrutturazione ci è stato chiesto di progettare un nuovo cancello d’ingresso che sostituisse quello precedente, e di rimodellare l’ingresso dell’hotel Nafsika (la nuova copertura porticata). In entrambi i casi il tema è sembrato «l’essere nel mezzo» e in entrambi i casi abbiamo progettato un’interfaccia.

Il cancello
Cos’è un cancello, ci siamo chieste. Cos’altro se non un limite, un punto di ingresso, un’interfaccia tra il dentro e il fuori. Un cancello è però anche un occhio che ci consente di vedere, di distinguere tra il dentro e il fuori, che definisce un’identità e consente l’accesso. Un grande ficus all’interno del lotto fornisce il punto di riferimento. Lo spazio rimane fluido, una curva si sviluppa continua per abbracciare, creare uno spazio intermedio, accogliere la naturale predisposizione del luogo.
Struttura in acciaio tinteggiata di bianco, vetro trasparente e semitrasparente, marmo bianco opaco per la pavimentazione.

Il portico
Il progetto per l’hotel Nafsika è un’ulteriore interfaccia. Sequenze di sinuosi reticoli verticali di metallo bianco sono state disposte attorno ai condotti dell’aria condizionata sul tetto, dando vita a un’interessante interazione di luce e semitrasparenza. La forma sinuosa della copertura si estende su due lati, così da rimandare all’immagine di un recinto. Le colonne bianche introducono una forte verticalità. Scaturite dal cancello d’ingresso, le forme sinuose del metallo bianco ricompaiono sul tetto dell’hotel Nafsika, per poi diffondersi all’esterno dando forma alla copertura porticata. Sin dall’inizio del progetto la scelta è caduta sul bianco, la cui tonalità riflette il forte sole mediterraneo. I fasci verticali di colonne bianche rimandano invece alle architetture per resort tipiche degli anni ’50. Le analogie sottintese tra i due progetti sono emerse gradualmente, man mano che andava affermandosi l’idea di definirli entrambi come un’interfaccia. Da questo momento in poi, i due progetti si sono sviluppati parallelamente a partire dallo stesso concetto, trasformato in spazio e forma, materia e movimento.

CPPL – ISTITUTO DI FISICA DEL PLASMA E DEL LASER

Località: Rethymno, Creta, Grecia
Uso dell’edificio: formazione, ricerca
Periodo di costruzione: novembre 2009 – ottobre 2015
Incorniciare l’orizzonte

Ci è stato richiesto di progettare il  Plasma and Laser Laboratory all’interno di un paesaggio naturale localizzato ai margini della città.
Il concept si basa su tre temi cardine:
–  Il paesaggio: come instaurare un dialogo con il paesaggio, ovvero, come far confluire all’interno del progetto la ripida pendenza e l’orizzonte con la vista del mare in lontananza;
-Il programma: come conciliare tra loro le complessità che il programma presenta e integrarle all’interno dei principi chiave del progetto;
-La tecnologia: come utilizzare i mezzi espressivi dell’architettura al fine di manifestare l’innovazione tecnologica dell’edificio.

Questi tre temi confluiscono in un manufatto costituito da un solido basamento, sul cui bordo la linea dell’orizzonte è ricalcata attraverso la trasparenza di un piano terra, che è sostanzialmente un vuoto, e una struttura tecnologicamente diversificata apparentemente sospesa nel vuoto. Un solido basamento e una barra galleggiante, una struttura orizzontale fluttuante nell’aria. In mezzo soltanto vetro. Trasparenza e desiderio di assenza di peso. Solidità vs. leggerezza. Il concept è traslato nella sintesi tra compatto/solido/terreno, da un lato, e bianco/tecnologico/fluttuante dall’altro, con la linea dell’orizzonte catturata nel mezzo.
Il basamento si alza dal suolo con forza. È forte, robusto. Ospita i laboratori e tutti gli ambienti di servizio. In osservanza di rigorosi requisiti, l’unità dei laboratori si configura essenzialmente come un complesso indipendente, un’unità separata al piano terreno, non collegata agli altri ambienti dell’edificio: persino la sua copertura è inaccessibile dall’interno. Essa infatti diviene la piattaforma da cui accedere al resto della struttura, costituita dal un piano terra trasparente e dall’edificio degli uffici sospeso sopra. Nel mezzo l’orizzonte e il panorama.
In dialogo diretto con l’orizzonte, il lungo volume regolare che ospita gli uffici si distingue dal resto dell’edificio. Interamente bianca, la struttura metallica che lo sorregge è articolata in un particolare schema geometrico che genera le aperture e i moduli in cui è scandita la facciata. Colore bianco e linearità danno forma a una sorta di barra sospesa che incornicia il panorama.

NUOVO EDIFICIO PER L’ACCADEMIA DI ATENE

Località: Atene, Grecia
Uso dell’edificio: ricerca, cultura
Periodo di costruzione: a partire dal 2016
Premi: vincitore, concorso architettonico a inviti, 2010

Libri aperti e chiusi

La struttura ospiterà le unità destinate alle attività di ricerca dell’Accademia di Atene. Il lotto, situato all’intersezione di due strade, è in una relazione di continuità spaziale e visiva con la neoclassica sede dell’Accademia, che a sua volta è parte della cosiddetta trilogia neoclassica di Atene, costituita dalle strutture che ospitano le tre maggiori istituzioni culturali della città: l’Università, la Biblioteca e l’Accademia.
L’edificio sarà pertanto visibile da due delle più importanti arterie cittadine: Panepistimiou Avenue e via dell’Accademia. Ciononostante, il sito è un semplice lotto d’angolo di piccole dimensioni, un vuoto all’interno della cortina edilizia cittadina che rivela resti di pareti perimetrali, ferite del tessuto urbano. Questo progetto ha rappresentato una sfida estremamente stimolante. Volevamo ricostituire l’unità della cortina edilizia; eravamo tenute a confrontarci con il tema dell’angolo; avevamo un programma e molte limitazioni da osservare.

L’idea iniziale per il concept è stata suggerita dall’immagine di un libro che si apre e dalle sue pagine. Immagine che col tempo è divenuta “libri aperti e chiusi” (books open and closed). Le pagine del libro divengono imposte che ruotano attorno al loro asse verticale, richiamando il movimento degli scuri verticali che rendono mutevole il prospetto principale. Essi danno vita dunque a un cambiamento continuo nel corso della giornata, in cui l’edificio varia il suo grado di introversione ed estroversione.
L’articolazione tripartita della sede neoclassica dell’Accademia di Atene è qui trasfigurata in un prisma pieno a pianterreno, un corpo principale e un piano attico. La scansione verticale delle aperture dell’Accademia è tramutata a sua volta negli scuri in marmo che costituiscono l’elemento compositivo di maggior rilievo. Il prospetto principale si integra nella cortina urbana, completandola, mentre il secondo fronte gradualmente si abbassa e si dilata, accoglie e instaura un dialogo diretto con l’edificio dell’Accademia.

CENTRO CULTURALE FOUGARO

Località: Nafplio, Grecia
Tipo d’intervento: recupero di un complesso industriale
Uso dell’edificio: cultura
Periodo di costruzione: 2007- 2012
Premii/Pubblicazioni: Menzione speciale, Isitituto Ellenico di Architettura 2013, Europa Nostra AWARD (candidato) 2013

Uno scenario alternativo di recupero
Il sito: edificata nel 1936 alla periferia di Nafplio, la vecchia fabbrica “Anthos” è una testimonianza dell’industrializzazione che ha caratterizzato la regione. Nel 2004 è stata posta sotto tutela. Oggi, a seguito dell’intervento di recupero, è divenuta un cluster innovativo, un’opera d’arte interattiva che si rivolge alla mente e ai sensi.
Il complesso esistente: spazio dinamico e silenzio allo stesso tempo. Una tipologia chiusa, con semplici blocchi stereometrici di fabbricati in pietra, ampie finestre industriali, autentiche coperture in legno e ferro, una ciminiera. Queste sono lo prove tangibili, dall’identità marcata, della vita precedente e attiva di questo luogo.

Il programma: spazi espositivi, biblioteca, auditorium, laboratori creativi, caffè e negozio di articoli da regalo.
Il tema principale: ri-progettare l’esistente, lo spazio, la sostanza, la memoria; donare all’intera area, agli interni come agli esterni, un secondo ciclo vitale; creare “un’industria della conoscenza e della cultura”, un “laboratorio vivente”.
Il concept: “il dispiegarsi di materia e tempo”. La memoria dello spazio, la sua semplice articolazione, la morfologia  e la materialità che vi sono racchiuse acquistano una nuova forza narrativa.
Approccio architettonico: porre l’accento su semplicità, flessibilità e reversibilità. Ciascun elemento del progetto – dal programma agli edifici esistenti, dalla relazione sperimentale che si instaura tra i fabbricati e lo spazio, lo spazio aperto e i nuovi interventi – è stato affrontato come un elemento autonomo, che coinvolge memoria e futuro in un processo di continua evoluzione.
Materiali: texture irregolari, superfici di pietra e cemento, metallo e legno, profili di acciaio inossidabile, pavimenti gettati in opera, vetro e acqua.
Approccio sostenibile: le murature in pietra esistenti sono state preservate, con l’aggiunta di materiali nuovi tra le pietre e le superfici interne. È  stato realizzato un nuovo tetto, mentre sono state restaurate le parti delle antiche capriate in legno e le zone  non totalmente impermeabili. Sono stati aggiunti inoltre materiali isolanti e impermeabilizzanti.

BIOGRAFIA

RENA SAKELLARIDOU
Samos (GRECIA), 16 Ottobre 1955

FORMAZIONE
Rena ha studiato architettura a Salonicco, (Dipl. Arch AUTh), Vancouver (MArch UBC) e Londra (PH.D Bartlett School of Architecture and Planning UCL), vivendo per sette anni tra Londra e Salonicco e combinando ricerca e professione. Durante gli studi è nato il suo costante interesse per la comprensione della forma, dello spazio e della logica della composizione.

INSEGNAMENTO E ALTRE ESPERIENZE
Rena è docente di composizione architettonica presso la School of Architecture AUTh. È autrice del volume “Mario Botta. Poetica dell’architettura”, Rizzoli 2000 (ed. inglese: Thames and Hudson 2001).

MORPHO PAPANIKOLAOU
Salonicco (GRECIA), 19 dicembre 1955

FORMAZIONE
Morpho Papanikolaou si è laureata in Architettura presso lo IUAV (Venezia, 1981), dove ha svolto attività di ricerca post-laurea (1989).

INSEGNAMENTO E ALTRE ESPERIENZE
Morpho è stata Visiting Lecturer presso lo IUAV ed è attualmente Adjunct Lecturer presso la School of Architecture AUTh. Ha partecipato come insegnante al IUAV International Workshop (2005, 2006) e al IUAV Winter Workshop (2014).

SPARCH ARCHITECTS
ESPERIENZE PROFESSIONALI
Rena e Morpho sono soci fondatori di SPARCH (www.sparch.gr), studio con sedi ad Atene e Salonicco. Attualmente Rena dirige lo studio  di Atene. e Morpho lo studio di Salonicco.

SPARCH si dedica al progetto architettonico e urbano in maniera innovativa e a differenti scale di grandezza. Il primo edificio realizzato dallo studio – un municipio – ha suscitato ampio interesse e apprezzamento, aprendo la strada a un gran numero di realizzazioni di edifici pubblici e aziendali, a molti design awards e incarichi per edifici di rilievo, come la nuova sede centrale della NGB, la sede della NBG assicurazioni o un nuovo cancello di accesso e una nuova copertura porticata per l’Astir Palace.

MAGGIORI PROGETTI RECENTI
Tra i progetti più recenti figurano la nuova sede centrale della NGB, la sede della NBG Assicurazioni, il nuovo cancello di ingresso e la nuova copertura porticata per l’Astir Palace, il Plasma and Laser Institute, il nuovo edifici dell’Accademia di Atene, la nuova sede dell’Anangel Maritime., il Centro Culturale Fougaro e una nuova Future Library.

PREMI
Collocandosi tra gli studi più apprezzati in Grecia, SPARCH ha ottenuto ampio riconoscimento internazionale e ha visto la sua opera più volte pubblicata. Alla Biennale di Venezia del 2006 ha curato il padiglione di Cipro. Oltre 20 sono i premi ricevuti nell’ambito di concorsi internazionali, tra cui 12 vittorie. I suoi lavori sono stati presentati in più di 36 esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il DAM di Francoforte, il NAI di Rotterdam, il RIBA di Londra, così come a Parigi, Montreal, Tokyo e Barcellona.
SPARCH è stato premiato con 12 premi di architettura nazionali e internazionali, tra cui: l’Encomio Speciale dal World Architecture Festival 2008; l’Award for Best Public Building nel 2000, due Menzioni Speciali (2008 e 2013) dall’Istituto Ellenico di Architettura, l’Aris Konstantinidis Award (2005), due Iconic Buildings Awards per “Urban Planning” e “Visionary Architecture”  dal  German Design Council (2013)
È stato inoltre candidato due volte al premio Mies van der Rohe (premio dell’Unione Europea per l’architettura contemporanea), nel 2003 e nel 2009. È l’unico studio professionale greco ad aver ricevuto tre diverse onorificenze dall’Istituto Ellenico di Architettura.

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