4 settembre – 5 ottobre 2014
La Triennale di Milano presenta “Lina Bo Bardi: Together” omaggio all’opera architettonica di Lina Bo Bardi in una speciale occasione: nel 2014 ricorrono sia il centenario della sua nascita sia i 150 anni dalla fondazione di Italcementi.
La mostra, a cura di Noemí Blager e in collaborazione con gli artisti Madelon Vriesendorp, Tapio Snellman e Ioana Marinescu, racconta l’affascinante e provocatoria figura dell’architettura del Novecento Lina Bo Bardi che è stata una sperimentatrice nella vita e nella professione.
L’attivismo politico, il lavoro insieme a Gio Ponti, l’impegno giornalistico che spazia dall’architettura ai femminili, la scelta del Brasile come patria d’adozione e ancora la progettazione accompagnata al design (sua la celebre poltrona Bowl, simbolo incontestato di una visione informale e anticonvenzionale del vivere), alla scenografia, all’illustrazione.
Progettista straordinaria, autrice di sensazionali e imponenti strutture, ha sviluppato, donna in un ambiente di uomini, una propria esclusiva poetica architettonica dove materiali possenti come il cemento armato acquistano grazia e leggerezza, mentre forme poderose e severe riescono a entrare in armonica “collisione” con l’ambiente naturale. Un eccezionale modello di creatività ed energia femminile, ma soprattutto un eccezionale esempio di profonda e autentica umanità.
Esplorando tutto ciò che influenza il suo percorso umano e professionale, Lina Bo Bardi plasma il proprio spirito di sperimentazione, che trascende i confini delle diverse discipline. Le sue creazioni, dense e piene di vita, si ispirano all’interazione – delle persone tra loro, con la natura, con lo spazio pubblico e privato – e i suoi progetti sono sempre guidati da una sensibilità e una sincera curiosità, capaci di trasformare tutto quello che fa in qualcosa di innovativo. Per Lina Bo Bardi l’importante è l’essenziale – nella natura come nel design – ma sempre mettendo la partecipazione umana al centro di tutto.
“Il design non può esistere solo sulla carta o sullo schermo. E’ pensato per essere realizzato, costruito, utilizzato e vissuto. Amato, anche. E’ solo così che diventa qualcosa di più di un concetto o una filosofia – diventa una conversazione, un sistema vivente per migliorare la nostra vita.”
Lina Bo Bardi
Lina Bo Bardi (1914-1992) si laurea architetto a Roma nel 1939 e inizia la sua carriera nello studio di Gio Ponti a Milano: qui collabora alla rivista Stile e apre un suo studio, distrutto poi nel 1943 da un bombardamento. Nel 1945 collabora con Bruno Zevi al settimanale culturale A. pubblicato dall’editore Gianni Mazzocchi. L’anno successivo si trasferisce in Brasile col marito Pietro Maria Bardi, critico d’arte e fondatore del MASP (Museu de Arte de São Paulo), di cui Lina Bo Bardi realizzerà il progetto. A contatto con la cultura moderna latino-americana sviluppa completamente la sua cifra stilistica, con diversi altri edifici – come la “Casa di Vetro” nel nuovo quartiere di Morumbi a San Paolo (1951) o il Centro SESC-Pompéia (1977).
Italcementi Comunicato Stampa Lina Bo Bardi Together
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